La dott.ssa Ilaria Grippaudo ha esposto alcune interessanti riflessioni sul gioco a carte nel teatro musicale fra Ottocento e Novecento
Relatore: dott.ssa Ilaria Grippaudo
Il gioco, da sempre, ha esercitato il suo fascino anche sui musicisti, un‘ attrazione straordinaria a partire già dal livello etimologico. Si sa ad esempio che in francese il verbo jouer significa giocare ma anche suonare. (es. Suonare il pianoforte = Jouer du piano). L’impiego del medesimo termine per indicare le due attività probabilmente è dovuto ad alcune caratteristiche comuni: sensazione di piacere e laboriosità strumentale. Non c’è dubbio che la musica, come il gioco, dà allegria e gioia e la sua funzione è quella di educare e raffinare l’animo. Rogers Caillois, lo scrittore, sociologo e critico letterario francese, individua quattro categorie: Agon (competizione), Alea (caso), Mimicry (maschera), Ilinx (vertigine). atorie fra questi principi, tutti i giochi possono essere collocati in questa griglia di riferimento. La prospettiva strutturalista entro cui si muove Caillois si presta ad una riflessione sul gioco nell’opera lirica. Egli innanzitutto sottolinea l’importanza della finzione e dell’imitazione, elementi essenziali di quel fenomeno ambiguo e massimamente artificioso che è l’opera in musica.Alla fine della sua relazione, Ilaria Grippaudo è stata a lungo applaudita dal numeroso pubblico presente.
Inserito il 02 Dicembre 2016 nella categoria Relazioni svolte
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