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Enigmi sabaudi: ombre e luci sugli ultimi re d'Italia

Il prof. Leonardo Augusto Greco ha illustrato alcuni avvenimenti enigmatici della storia dei Savoia

Relatore: Prof. Leonardo Augusto Greco

Immagine riferita a: Enigmi sabaudi: ombre e luci sugli ultimi re d'ItaliaCon una relazione ricca di riferimenti  documentali, il prof. Leonardo A. Greco ha tracciato la storia della dinastia sabauda che nel XIX secolo è stata protagonista importante dell’unificazione italiana. Si è soffermato in particolare su alcuni aspetti enigmatici  che hanno riguardato gli ultimi Savoia.

Il relatore ha introdotto il tema muovendo dal capostipite Umberto Biancamano che nel 1003  era feudatario della piccola Savoia. Fu nel 1563 che la dinastia cominciò a interessarsi delle regioni al di là delle Alpi quali il Piemonte; in quell’anno Emanuele Filiberto trasferì capitale da Chambéry  a Torino.

Un’ulteriore acquisizione territoriale si ebbe, dopo la sconfitta di Napoleone, in occasione della Restaurazione,  con il ducato di Genova.

Entrando nel vivo dell’argomento, il relatore ha illustrato gli avvenimenti successivi alla sconfitta di Custoza, quando Carlo Alberto abdicò in favore di Vittorio Emanuele II. A Vignale, dove fu firmato l’armistizio, all’invito del Maresciallo Radetzky di ritirare lo Statuto  concesso anni prima da Carlo Alberto,  Vitt. Eman. rispose con fierezza: ' Casa Savoia conosce la via dell’esilio non quella del disonore'.

Ebbene, pare che le cose non andarono proprio così; dai documenti occultati e solo recentemente rispolverati, vien fuori una realtà ben diversa.

Durante il colloquio,  Vitt. Eman. non solo non difese l’operato del padre ma, al contrario, ne  ammise gli sbagli quando assecondò i democratici del Paese. 

Accettò inoltre  che il Regno dovesse pagare un’astronomica somma di denaro e promise una politica filo austriaca, intervenendo severamente contro il partito democratico. 

Sarà, in seguito, Massimo d’Azeglio a costruire il mito del Re galantuomo, Padre della Patria e verrà messa sotto silenzio la feroce repressione dei moti genovesi che causò 500 morti per opera del generale La Marmora.

Un’altra pagina  semisconosciuta è quella dell’incendio del 16 settembre 1821 scoppiato a Poggio Imperiale, in quel di Firenze.

Quel giorno una governante di casa Savoia imprudentemente si avvicinò con una candela accesa, alla  culla del figlio primogenito di Carlo Alberto per controllarne il sonno.

La candela appiccò il fuoco al lettino e la conseguenza dell’incendio fu la morte del piccolo principe di due anni.

Per salvare la successione della Dinastia si ricorse ad una subitanea sostituzione con un bimbo della stessa età, figlio di un certo Maciacca che esercitava la professione di Macellaio. La riprova della sostituzione si ebbe, col passare degli anni, quando fu evidente che vitt. Eman, sia nel fisico che nel carattere, era ben diverso dal padre Carlo Alberto.

Immagine riferita a: Enigmi sabaudi: ombre e luci sugli ultimi re d'ItaliaQuest’ultimo era alto due metri, pallido, introverso, religiosissimo e signorile nei modi, ben diverso da quel giovane senza stile, basso (un metro e 60)  lontano dalla religione, che amava i bagordi e la compagnia dei popolani. odiava lo studio, era indifferente a qualsiasi forma d’arte, amava le servette e le contadinotte (la più celebre fu ’la bella Rosina’) . Numerosissimi i suoi figli illegittimi.

Un’altra sostituzione d’infante si ebbe nel 1869 quando a Margherita di Savoia nacque una bambina. I genitori ne furono costernati perché ciò significava per la legge salica, la fine della dinastia. Occorreva un figlio maschio.

Umberto  fece sostituire immediatamente la bambina con un neonato già pronto da tempo, in modo da garantire la linea di successione.

La bambina non fu comunque, abbandonata:  affidata ad una famiglia patrizia, da adulta sposò il conte Callivaggi.

 Giuseppina Griggi, questo fu il nome della figlia di Umberto I, morì nel 1928. 

 Per anni suo figlio, il conte Rinaldo Gallivaggi tentò di far valere i diritti all’eredità materna.

Il relatore si è poi soffermato sugli avvenimenti storici dalla nascita del fascismo fino a quell’otto settembre del 43 che vide la 'fuga' dei reali ad Ortona.

Immagine riferita a: Enigmi sabaudi: ombre e luci sugli ultimi re d'ItaliaIl prof. Greco, a questo proposito, con dovizia di particolari e citazioni, ha tentato di dimostrare che quella che fu chiamata 'fuga' fu in realtà un illuminato trasferimento che salvò Roma dalla distruzione ad opera dei tedeschi.

Autore Prof-Greco

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Inserito il 04 Novembre 2016 nella categoria Relazioni svolte