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Case di bambola nella Trapani del secondo Settecento

'La Nascita della Bambina' è il tema che la dott.ssa Daniela Scandariato ha trattato presso il Museo Regionale A. Pepoli di Trapani

Relatore: Dott.ssa Daniela Scandariato - Storico dell’arte

Immagine riferita a: Case di bambola nella Trapani del secondo SettecentoL’VIII capitolo di Castellinaria, THE NASCITA, descrive alcune case di bambola allestite per la Nascita di Maria, nei primi anni del ‘900, a Trapani. Segno tangibile di questa tradizione, oggi scomparsa, è testimoniata dalla casa di bambola della seconda metà del 700, esposta nel museo Pepoli e di cui ci ha esaurientemente informato, Daniela Scandariato. H. F. Jones in un brano di The Nascita scrive: ’ho identificato alcune figure, nel museo che il conte Pepoli si stava allora sistemando nel convento in disuso della Annunziata, come resti di antichi esemplari della Nascita’. H.F.Jones ci racconta Immagine riferita a: Case di bambola nella Trapani del secondo Settecentoche nell’approssimarsi dell’8 di settembre’ nelle vetrine dei negozi era possibile osservare teste di bamboline fatte di cera….e c’erano mani di cera da abbinare’.Notizie utili su questa tradizione tipicamente trapanese dovrebbero essere reperibili su un numero di L’Amico, giornale trapanese della domenica, scritto da Alberto Scalisi, e citato da H.F. Jones. H.F. Jones rimase molto incuriosito da questa tradizione. Gli riferirono che a Trapani ’era consuetudine, nel case dei marinai, festeggiare l’8 settembre facendo un rappresentazione della casa di S. Gioacchino come appariva in occasione della nascita di sua figlia, la Madonna, che rimaneva in mostra per tre settimane, fino al giorno di S. Michele’. Ma il Festing Jones non riuscì a trovare alcuna rappresentazione della Nascita nelle modeste case dei pescatori. ’Che mancanza di fede!’ ebbe ad esclamare. Il prete che lo accompagnava nel suo giro rispose che quella non era la spiegazione; ’essa era la mancanza di denaro, perché queste cose non Immagine riferita a: Case di bambola nella Trapani del secondo Settecentopossono essere fatte con niente’. Finalmente trovò una famiglia che aveva fatto una Nascita. ’Fummo condotti in una grande stanza, alla fine della quale, su un lungo tavolo, era una sorta di conigliera o casa delle bambole, alta circa diciotto pollici divisa in otto compartimenti quadrati, in modo tale che l’intera gabbia era lunga circa dodici piedi. Questi compartimenti erano le stanze dell’appartamento di Gioacchino e le figure erano alte circa otto pollici…..un calzolaio sedeva al suo banco per aggiustare una scarpa,…il portiere, in uniforme di gala, presentava gli ospiti….. da una porta aperta si vedeva una stanza con un buffet ricco di dolci, torte e gelati, con il quale gli ospiti dovevano rinfrescarsi al loro passaggio…… dietro l’alcova c’erano musicisti che suonavano la chitarra…..nella quarta stanza S. Gioacchino stava intrattenendo quattro re che indossavano le loro corone….. c’ era anche un monsignore con i bottoni rossi alla sua sottana, accompagnato da un seminarista….. accanto al letto di Gioacchino, c’era ancora la tazza vuota del suo caffè mattutino….sulla porta che conduceva alla quinta stanza erano scritte queste parole: ’È Nata Maria….. sul pavimento c’era un tinozza d’acqua con cannella, in cui la Bambina era stata lavata, e con la quale gli ospiti si fanno il segno della croce…. S. Anna era nella sua camera da letto, ma non a letto, si era alzata e si era seduta su una poltrona nel nono giorno dopo il parto…nella sesta stanza c’erano delle monache intente a rammendare la biancheria mentre una di loro lavorava ad una macchina da cucire…. un’altra suora stirava e dirigeva i servi che facevano marmellata di mele cotogne ed estratto di pomodoro….. l’ottava stanza era la cucina e la sala da pranzo insieme… l’ospitale tavola era ricoperta con tale abbondanza che non c’era spazio nemmeno per un portauovo….. tre turchi, mentre una serva li controllava, preparavano il cuscuso e i maccaroni….. una casseruola stava sobbollendo sulla stufa, le pareti erano rivestite di utensili da cucina di rame lucidato…. H.F. Jones visitò altre Nascite: 'Le differenze sono scarse; in un caso c’erano solo tre stanze; in un altro le stanze erano divise in modo da variare nelle dimensioni; in un’altra le camere aveva finestre sul retro con balconi. A volte gli ospiti leggevano il Giornale di Sicilia, e in un’altra i signori avevano depositato i loro cappelli sul divano. Oppure c’erano librerie piene di libri e le camere da letto erano arredate fino ai dettagli più insignificanti ma necessari….c’era una trappola per topi in un angolo del cucina…. in una stanza gli ospiti giocavano a carte, in un’ altra mangiavano gelati… H.F.Jones si sofferma poi sul cuscuso. 'In tutte le cucine delle Nascite che ho visto c’era un turco che preparava il cuscuso….È improbabile che si incontri il cuscuso nelle case dei benestanti; si potrebbe ottenerlo insistendo, ma preferirebbero non fornirlo perché è volgare..la ricetta per il cuscuso è giunta a Trapani dall’Africa a seguito dei costanti rapporti tra la Sicilia e Tunisi, spingendosi i pescatori trapanesi verso le coste africane non solo per il pesce, ma anche per il corallo e per le spugne…… Il mio prete era incline a trattare la Nascita con tollerante disprezzo; mormorò la parola ’anacronismo’ più volte e più volte mormorò la parola ’irriverenza’ E così, filosoficamente, concludeva H.F.Jones: ’le arti ci vengono da un paese dell’immaginazione le cui leggi del tempo e dello spazio non sono come le nostre leggi. L’arte vuol far capire alla gente che è successa una cosa, ma non per insegnargliela con precisione, nè quando è successa….perchè gli amici di S. Gioacchino non dovrebbero leggere il Giornale di Sicilia e giocare a carte?..... perché la Madonna non dovrebbe avere la biancheria per bambini fatta con una macchina da cucire americana?....i siciliani sono tutti artisti, e la Nascita è il pretesto per fare una rappresentazione il più possibile fedele della vita a cui una ragazza e i suoi genitori e amici sono oggi abituati.’ Mi sembra quindi di capire che la tradizione della Nascita era inizialmente una tradizione dei ceti popolari più bassi, in particolar modo dei pescatori, e che le rappresentazioni dovevano essere non dissimili da quelle di un modesto presepe. Successivamente queste rappresentazioni diventarono più ambiziose, più ricche e più particolareggiate e, soprattutto, più costose. La borghesia trapanese, in una sorta di ’appropriazione indebita’ scippò la Nascita ai ceti popolari snaturandone anche l’originario spirito religioso e di fede. Fecero così la loro comparsa principi, cavalieri, principesse sfarzosamente vestiti, alti ufficiali, alti prelati, mobili pregiati, opulenza di ogni genere, testimonianza, in certo qual modo, ed ostentazione, del benessere delle loro case e dell’importanza delle loro frequentazioni. Ma rimase una testimonianza , un fossile, una sedimentazione di quella che era stata l’originaria Nascita: il turco che incoccia il cuscuso, personaggio obbligatoriamente presente in tutte le Nascite. Elemento che aveva un significato decorativo e folkloristico nelle case di bambola dei borghesi, e che invece, nella Nascita dei pescatori, era dimostrazione di riconoscenza e, perché no, di fratellanza, nei confronti dei dirimpettai dell’altra sponda del Mediterraneo, con i quali avevano condiviso il cibo e le fatiche, e dai quali avevano appreso a preparare il cuscuso nella variante trapanese, cioè col pesce, alimento povero e a costo zero, al posto della carne, alimento per ricchi. – Testo a cura di Giuseppe Abbita

Autore Legre

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Inserito il 16 Febbraio 2024 nella categoria Relazioni svolte