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Il mistero del Crocifisso di Trapani

Leonardo Greco ha ripercorso due millenni di storia alla ricerca delle misteriose origini del miracoloso Crocifisso

Relatore: Prof Leonardo Greco

L’excursus di due millenni di storia trapanese ha avuto come tema principale l’origine geografica di un  miracoloso crocifisso custodito nella Chiesa di San Domenico sulla solitaria collina della città falcata.

[b]Sono stati i Padri domenicani ad erigere il santuario laddove sorgeva l’antica chiesa di Santa Maria La Nova e prima ancora un tempio pagano dedicato a Saturno.[/b]

[b]Immagine riferita a: Il mistero del Crocifisso di TrapaniEra l’anno 1279 quando cominciarono i lavori che proseguirono per diversi decenni.[/b]

[b]In seguito, in questa chiesa, venivano i sovrani ad ascoltare la messa e facendone di fatto la loro cappella Reale. Nella sottostante cripta vi sono sepolti molti nobili e, tra gli altri, [/b]

  • [b]Teobaldo di Navarra con la moglie Isabella, figlia di Luigi IX, il Santo, [/b]
  • [b]Guglielmo, Conte di Fiandra[/b]
  • [b]Molti principi reali che durante l’VIII Crociata , ritornarono da Tunisi attaccati dalla peste[/b]
  • [b]Manfredi, (duca di Atene) un fanciullo di 11 anni figlio di  Federico III d’Aragona, re di Sicilia  e di Eleonora D’Angiò.[/b]

[b]Il ragazzino si trovava a Trapani in vacanza, (aveva prolungato il suo soggiorno in considerazione della stagione ancora calda) quando il 9 novembre 1318, durante una gita fuori le mura, cadde accidentalmente da cavallo in località 'La Rena'[/b]

[b]La caduta gli fu fatale e il fanciullo morì. [/b]

[b]Il suo corpo, per volontà della famiglia reale, venne sepolto appunto all’interno della 'Real Chiesa' di San Domenico a Trapani.[/b]

[b]La tomba di Manfredi dopo qualche tempo fu aperta: vi si trovò lo scheletro del fanciullo, con la sua veste ornata di perle e la spada con il pomo d’oro massiccio. Di questi oggetti si è persa ogni traccia [/b]

[b]A nostri giorni, dopo quasi 700 anni, Trapani  rievoca l’episodio dedicando al Duca di Atene,i la tradizionale manifestazione  'Trapani Medievale, Rievocazione Storica Manfredi di Trinacria'[/b]

[b]In questa chiesa è custodito il Crocifisso, da molti secoli, ritenuto miracoloso. Si tratta di un’opera straordinaria in stile gotico che rappresenta Cristo dal volto solcato da un’espressione di grande dolore.[/b]

[b]Tale Crocifisso, locato in una delle dieci Cappelle laterali, è attribuito a San Nicodemo  che, insieme a Giuseppe D’Arimatea,  aveva chiesto il corpo di Gesù a Pilato. [/b]

[b]Nicodemo era membro del Sinedrio, ed uno dei discepoli di Gesù. Fu lui ad aiutare Giuseppe d’Arimatea a sistemare  il corpo di Gesù nella tomba servendosi di  "un impasto di mirra e di aloe di circa cento libbre" (Per inciso circa 30 kg di oggi;  questa quantità era utilizzata per la sepoltura di un re). [/b]

[b]Secondo la leggenda, Nicodemo decise di riprodurre nel legno l’immagine di Gesù morto sulla Croce, così come se lo ricordava. Utilizzò legno di quercia per la Croce, di cui era composta la Croce di Cristo, e cedro del Libano per l’immagine.  Dopo aver scolpito il corpo, si arrestò di fronte alla difficoltà di riprodurre il Volto. Scoraggiato decise di rinunciare e si addormentò; al suo risveglio ebbe però la sorpresa di vedere l’opera compiuta da mano angelica.[/b]

[b]Secondo questa antichissima tradizione il Crocifisso avrebbe dunque più di due mila anni.[/b]

[b]Esiste tuttavia un’altra storia del V secolo, risalente a San Leobino, di origine francese.[/b]

[b]Dopo la morte di Nicodemo, l’opera era stata custodita e venerata di generazione in generazione. Seicento anni dopo, nei pressi del luogo dove la Croce era custodita, giunse il Vescovo di Grosseto, Gualfredo e un Angelo in sogno gli svelò la presenza della magnifica Croce.[/b]

[b]' La Croce doveva essere spostata da una terra di infedeli[/b]

[b]in un luogo dove fosse possibile il culto pubblico '[/b]

[b]Fu quindi collocata su una barca e affidata alla Divina Provvidenza. [/b]

[b]Nella barca, anche due ampolle contenenti il sangue di Cristo raccolto da Giuseppe d’Arimatea e da Nicodemo. Dopo un lungo viaggio la barca giunse a Luni, in provincia di La Spezia. Gli abitanti locali tentarono invano di avvicinarsi alla barca. Ci riuscì soltanto il vescovo di Lucca a cui in sogno era apparso un angelo che gli aveva suggerito di andare a Luni per recuperare l’imbarcazione ed il suo prezioso carico.[/b]

[b]Era l’Anno 742. Dopo una contesa su chi avesse maggiori diritti di tenere il simulacro, si stabilì che ai Lunensi sarebbe andata una delle due ampolle contenenti il sangue di Cristo  (ancora oggi conservata e visibile a Sarzana) mentre i Lucchesi avrebbero tenuto la barca,  la Santa Croce,  e l’altra ampolla. [/b]

[b]Secondo la leggenda il Crocifisso sarebbe quello che oggi è conservato nella chiesa di San Domenico, portato a Trapani nel 1230 dai domenicani.[/b]

[b]C’è comunque chi asserisce che Il Crocifisso sia arrivato per tramite dei Crociati.[/b]

[b]Questo antichissima Opera allora, da dove è arrivata? è giunta a Trapani dall’Oriente?[/b]

[b]Nel periodo in cui la città era crocevia di Crociati? [/b]

[b]Nella chiesa di San Domenico c’è in realtà una cappella, la Cappella dei crociati, con una finestra orientata verso Gerusalemme. [/b]

[b]Secondo una tradizione popolare, questa Cappella prende il nome dalle sepolture dei guerrieri crociati che in questo luogo furono sepolti.[/b]

[b]Numerose sono inoltre le storie che si narrano su questo misterioso Crocifisso.[/b]

[b]Al suo interno, sotto il costato, si dice che ci sarebbe una reliquia della passione di Cristo, conservata proprio in una fessura ricavata nel legno. [/b]

[b]Quando nel 2010 venne esposto a Torino assieme alla Sindone, grazie alle moderne tecnologie, venne individuata una cavità all’altezza dell’addome, proprio come si tramanda da secoli. [/b]

[b]I Trapanesi nelle Calamità Pubbliche si sono sempre rivolti al Crocifisso di San Domenico[/b]

[b]In ogni epoca è stato oggetto di particolare devozione per i numerosi segni dati al popolo in occasione di peste, siccità, carestia, guerra. [/b]

[b]In suo onore si organizzavano cerimonie e processioni  soprattutto in periodi di pestilenza o carestia.[/b]

[b]Al Crocifisso sono attribuiti  numerosi miracoli documentati.[/b]

[b]In particolare: nel 1524 - una grande pestilenza -  il Crocifisso fu condotto in processione nelle vie della città, accompagnato da numerosi fedeli vestiti a lutto  che si flagellavano in atto di penitenza. Improvvisamente il costato del crocifisso cominciò a sanguinare  e la pestilenza cessò. [/b]

[b]Nel 1624 venne guarita una donna di Salemi: si chiamava Dorotea Salesia, nata cieca: si strofinò gli occhi con l’olio delle lampade del simulacro e riebbe la vista istantaneamente.[/b]

[b]L’episodio più famoso è senz’altro il miracolo del pane avvenuto nel 1641.[/b]

[b] Durante una terribile carestia, un bambino di nome Rocco, con i morsi della fame, chiese del pane a sua madre.  La donna, non avendo cosa dargli per sfamarlo, gli disse di andare a chiedere del pane al Crocifisso che stava nella chiesa di San Domenico. E così effettivamente fece il piccolo Rocco. Dopo  essersi inginocchiato in preghiera, ricevette il pane proprio dalla mano destra di Gesù. [/b]

[b]Tornato a casa e mostrato quel pane morbido e profumato alla madre, in città si sparse subito la voce di quel prodigio. Recatesi in chiesa, le persone si accorsero che il braccio destro di Gesù era schiodato dalla Croce, con la mano rivolta verso il basso. Il fatto venne attestato da un notaio e dal vescovo di Mazara.[/b]

[b]E si gridò al miracolo...  Da allora il Crocifisso prese l’appellativo di 'miracoloso'. [/b]

[b]Nel 1672 durante l’ennesima grande carestia che uccise in Sicilia più di centomila persone, il Crocifisso fu nuovamente portato in processione per le vie di Trapani e, inaspettatamente, entrarono in porto due navi cariche di frumento. Inoltre la mattanza di quell’anno fruttò un numero straordinario di tonni. [/b]

[b]Sotto la Chiesa esistono delle catacombe sconosciute. I detriti, per decenni, ne hanno impedito l’accesso.[/b]

[b]Il terriccio arrivava fino al soffitto. Il materiale riempiva le catacombe, sfiorando gli archi ed il soffitto con la volta a botte.[/b]

[b]Monsignor Gaspare Gruppuso, parroco della Cattedrale, una volta ricevuto l’ok della Diocesi di Trapani e della Soprintendenza ai Beni culturali, ha fatto iniziare la pulizia della misteriosa area, rimuovendo tutto il materiale che si trovava sotto il pavimento della navata centrale della Chiesa. Una volta ripulite si punta a rendere fruibili le catacombe Si valorizzerà così un  immenso e antico patrimonio culturale.[/b]

[b]I lavori di pulizia delle catacombe, eseguiti sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza ai Beni Culturali, sono stati portati avanti, a titolo di volontariato, dallo Speleoteam Trapani, associazione che ha messo a disposizione anche le competenze e le attrezzature necessarie. [/b]

[b]Una riflessione per finire: nella chiesa di San Domenico, e non soltanto, tanta storia sconosciuta, merita di essere scoperta e studiata e nella consapevolezza che il patrimonio culturale di Trapani è oltre modo importante e intrigante.[/b]

Autore Legre

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Inserito il 13 Maggio 2022 nella categoria Relazioni svolte