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Rebellamentum o congiura organizzata dai baroni siciliani?

Il 7 novembre u.s. Leonardo greco ha rivisitato gli avvenimenti dolorosi dei Vespri Siciliani.

Relatore: prof. leonardo greco

 Il giorno 7 Novembre scorso il prof. Leonardo Greco ha relazionato alla Libera Università di Trapani. Tema della sua relazione è stata la vicenda dei Vespri siciliani  che ha avuto luogo il Lunedi santo del 1282 a Palermo. Titolo della conferenza: 'Rebellamentu o congiura organizzata dai baroni siciliani?'. Il relatore dopo avere introdotto l’importanza dell’antico documento da un punto di vista filologico oltre che storico, ha elencato tutte le dominazioni che si sono avvicendate in Sicilia dopo le guerre puniche. Ha poi messo in evidenza la concatenazione che ha favorito la presenza delle varie culture nel territorio siciliano a partire dall’arrivo degli arabi nel 827 d C., invitati dal comandante bizantino ribelle Eufemio,  per riguadagnare il suo perduto potere.

Immagine riferita a: Rebellamentum o congiura organizzata dai baroni siciliani?Foto 1 di 4Gli angioini arrivarono nel 1266, dopo la sconfitta di Corradino, il Re bambino, nella battaglia di Tagliacozzo

 I RAPPORTI TRA I SICILIANI E GLI ANGIOINI furono brevi e conflittuali. I francesi imposero una pesante pressione fiscale, confiscarono terre ai Signori, pretendevano sposare le figlie dei ricchi e ne sperperavano la dote, spogliavano dei loro averi anche i poveri, violentavano le donne ed uccidevano chi osava opporsi.

Era impossibile continuare così. Per tale motivo Il dominio angioino sull’isola, che durò appena 16 anni, (dal 1266 al 1282), fu sufficiente a far scoppiare una delle rivolte più celebri della storia europea.

Nel corso della sua esposizione il professore ha messo in evidenza che la rivolta del Vespro non fu un moto spontaneo dei siciliani, stanchi del malgoverno angioino ma piuttosto una congiura preparata in sede internazionale. A tale cospirazione avrebbero partecipato i governi europei dell’epoca come quello di Istanbul…o quello aragonese. Non c’è però alcun dubbio che ebbe grande importanza la partecipazione dei baroni isolani e dell’infaticabile Giovanni da Positano. Era costui un medico rinomato, formidabile oratore, che, viaggiando in tutta Europa, riuscì a convincere della necessità di intervenire contro Carlo I D’Angiò, cacciandolo dalla Sicilia. A tal uopo organizzò nei minimi particolari la scintilla che avrebbe infiammato gli animi degli isolani. Fu così che il 30 marzo del 1282, davanti la Chiesa del Santo Spirito a Palermo una giovane donna sia stata gravemente offesa da un soldato di nome Drouet che, alla ricerca di eventuali armi nascoste, la palpeggiò in maniera assai inopportuna. Pare che la donna fosse proprio la figlia di Giovanni da Procida fatta venire appositamente da Napoli.

Da Palermo la rivolta dilagò in tutte le città siciliane causando la morte di migliaia di francesi. Soltanto la cittadina di Sperlinga, nelle Madonie, non partecipò alla strage ma anzi dette rifugio agli angioini evitando per sei mesi di farli catturare.

Il relatore si è anche addentrato sulle vicissitudini della IX crociata che, partita da Aigües Mortes, in Francia, arrivò a Tunisi e si concluse in un disastro a causa della peste scoppiata improvvisamente. A guidarla era Louis IX, fratello di Carlo D’Angiò che perì n quella circostanza.  Sulla via del ritorno i crociati si fermarono a Trapani a causa di una tempesta e anche per l’aggravarsi del contagio, che aveva colpito gli stessi sovrani spagnoli Isabella e Teobaldo. Sulle navi, due bare: nella prima furono sistemati le ossa di San Luigi, nella seconda il cuore del Santo. Entrambi le casse furono sistemate nella chiesa dell’Annunziata, fuori le mura della città. Successivamente la cassa, con il cuore di san Luigi, fu lasciata a Monreale per essere tumulata in quella cattedrale. L’altra cassa, contenente le ossa, proseguì per Parigi, sempre via terra.

I Vespri furono così raccontati dal cronista Malaspina: 'I vendicatori spietati gridavan che spegnerebber tutta la semenza francese in Sicilia; e la promessa orrendamente scioglieano scannando i lattanti sui petti alle madri e le madri da poi, né risparmiaron le siciliane gravide di francesi,  con atroce supplizio squarciarono il corpo e  sfracellaron miseramente ai sassi il frutto di quel mescolamento di sangue d’oppressi e d’oppressori'. 

Fu una strage… I palermitani si abbandonarono ad una vera e propria caccia ai francesi, alle loro mogli e ai loro figli. Nessuno fu risparmiato: bambini strappati dal ventre delle madri, religiosi trucidati, chiese e monasteri profanati…
Si dice che i siciliani, per individuare i francesi che si travestivano, ricorrevano a un tranello mostrando loro dei ceci: chi non riusciva a pronunciare correttamente la parola ciciri ('ceci') ma diceva 'scisciri' veniva ucciso.

REBELLAMENTU O CONGIURA  ORGANIZZATA DAI BARONI?

L’interpretazione del Vespro come rivolta spontanea contro gli Angioini,  fu una costruzione romantica dell’ottocento,  secondo gli ideali risorgimentali. Gli artefici della rivolta furono  Giovanni da Procida (il personaggio principale), Alaimo da Lentini, Gualtieri di Caltagirone e il trapanese Palmerio Abate, uno dei maggiori artefici dell’insurrezione.

 Fu firmatario del documento con cui i baroni siciliani invitavano Pietro III d’Aragona a venirli a liberare dall’oppressione angioina.

Palmerio Abate viveva nel cuore del quartiere antico di Trapani. La sua abitazione si affacciava sulla via Torrearsa, non lontano dal porto. Ogni sera, Palmerio si incontrava in segreto con Alaimo da Lentini e Gualtiero da Caltagirone presso una cappella nascosta dietro l’attuale Chiesa di San Lorenzo dove un frate li proteggeva dalle spie angioine.

Giovanni da Procida, l’anima della rivolta,  arrivò a Trapani travestito da mercante amalfitano. Venne ospitato da una famiglia alleata, forse i Fardella, in una casa vicino alla futura Torre di Ligny, vcino lo Scoglio del Malconsiglio.
Nel 1282 la torre di ligny non esisteva ancora. La torre sarebbe arrivata molto più tardi, quale fortificazione contro le incursioni saracene. Fu costruita nel 1671, durante la dominazione spagnola. Cosa c’era al suo posto? Al tempo dei Vespri, l’area era una stretta lingua di terra rocciosa sul mare.  il luogo era comunque un punto strategico e fu proprio sullo Scoglio del Malconsiglio che, secondo la leggenda, Palmerio Abate e i suoi compagni si riunirono per organizzare la rivolta.

Gli angioini non si rassegnarono mai alla perdita della Sicilia. Inutilmente lottarono contro gli aragonesi. Una battaglia importante tra i due popoli fu la battaglia della Falconara. Fu combattuta sulla piana tra Trapani e Marsala, distante dal mare 2 km.

Durante la battaglia le navi angioine erano disposte lungo la costa ma assolutamente impotenti. Quando nel corso dello scontro, fu chiara la loro Immagine riferita a: Rebellamentum o congiura organizzata dai baroni siciliani?sconfitta, gli angioini fuggirono precipitosamente verso le navi. Sopravvissero in pochi. Molti furono fatti prigionieri. Quelli che riuscirono ad allontanarsi, si salvarono sulle navi giungendovi a notte inoltrata. La guerra si concluse con la pace di Caltabellotta nel 1302 nella maniera seguente: La Sicilia agli aragonesi – Napoli agli angioini – La riunificazione sotto gli angiolini dopo la morte di Federico III d’Aragona. La riunificazione del Regno tuttavia non si verificò mai. Il Parlamento Siciliano non ratificò il trattato e Federico d’Aragona rivendicò il titolo di re di Sicilia per il proprio figlio Pietro.

UN’OMBRA SULLA RIVOLTA  GIUDICATA EROICA

Il comportamento dei siciliani durante i Vespri è valutato in modo contrastante: da un lato: un atto di patriottismo contro l’oppressione francese, giustificato dalla necessità di liberarsi da tasse e soprusi. dall’altro lato: 'massacri' e 'violenza' evidenziano l’aspetto brutale e sanguinoso della rivolta. la storiografia francese ne dà un giudizio assai negativo: non si può ignorare la scelleratezza con cui furono assassinati i francesi. 1209  –  MA… I FRANCESI FECERO DI PEGGIO CONTRO I CATARI. I catari si autodefinivano boni christiani, perfecti  e si contrapponevano alla chiesa cattolica. Massacro di Béziers:

il 22 luglio 1209 la popolazione della città fu trucidata per mano dell’esercito che intendeva sopprimere il catarismo dalla Linguadoca. A CAPO DEI CROCIATI: L’ABATE DI CITEAUX, ARNAUD AMAURY. L’esercito arrivò a Béziers il 21 luglio. il vescovo di Béziers cercò di negoziare per evitare spargimenti di sangue. Fu raggiunto un accordo: la città sarebbe stata risparmiata se si fossero consegnati tutti i suoi cittadini eretici;  purtroppo un’assemblea, tenutasi nella cattedrale, respinse la proposta. PERIRONO QUASI 20.000 PERSONE – I soldati invasero le strade, uccidendo e saccheggiando; neppure i luoghi sacri, come le chiese, fornirono protezione.

Quando si scoprì che gli eretici si nascondevano tra i cattolici ed era difficile distinguerli, domandarono all’abate: 'Signore, cosa dobbiamo fare?'. L’abate rispose: Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi! Nessuno fu risparmiato indipendentemente da rango, sesso o età.

–  IL MASSACRO DEGLI UGONOTTI

La notte di Saint Barthélémie  è il nome della strage compiuta in Francia  nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572. Invitati alle nozze  tra Henri de Navarre e Marguerite, figlia della regina Cathérine de Médicis, circa 30.000 ugonotti furono assassinati a tradimento. Le nozze dovevano servire per riconciliare cattolici e ugonotti. La strage iniziò con l’omicidio di Coligny e altri leader ugonotti. L’ordine del re di fermare la strage il 24 agosto, non fu rispettato e il massacro continuò. Furono assassinati anche donne bambini.

La sainte Barthélémie è considerata  il peggiore massacro del secolo. Eventi come i Vespri Siciliani mostrano che la violenza può essere percepita come giusta risposta all’oppressione creando narrazioni eroiche che, tuttavia, non giustificano le atrocità commesse.

Autore Prof-Greco

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Inserito il 11 Novembre 2025 nella categoria Relazioni svolte