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Tra musica e storia- Ricordando l'Olocausto

La Libera Università “T. Marrone“ e il Conservatorio “A. Scontrino“ di Trapani hanno ricordato i martiri dei campi di sterminio nazisti

Relatore: Prof. Antonino Tobia

Hanno contribuito alla riuscita della manifestazione il prof. Antonino Tobia, il dott. Giorgio Cannata, la prof.ssa Federica Riva, Gianni Belvisi e i giovani Greta Di Giovanni, Arianna Pugliese, Arianna Virgilio, Elisa Guarrella, Arianna Rimi e Catia Chiarello.Qui di seguito si riporta la relazione del prof. Antonino Tobia: La shoah : il culto della memoria

 

Immagine riferita a: Tra musica e storia- Ricordando l'Olocausto"Il culto della memoria era presente presso gli antichi greci. Essa era personificata come una dea, Mnemosine, figlia diUrano e di Gea, che generò con Giove le nove Muse, cioè le arti che nobilitano l’uomo.  Dal punto di ista scientifico, la memoria risiede nella corteccia celebrale ed è controllata dall’ippocampo. Essa assimila i dati sensibili provenienti dall’ambiente esterno attraverso i sensi, li elabora e li trasforma in ricordi. La memoria è necessaria per l’apprendimento, per lo sviluppo dell’intelligenza, delle capacità cognitive, ma soprattutto condiziona, modifica, indirizza la nostra psiche. Alla memoria è affidata l’esistenza della nostra umanità.

I decenni successivi alla seconda Guerra Mondiale decretarono la cancellazione totale delle gravi ingiustizie, della immane violenza e della brutalità che dagli anni trenta si abbatterono in Europa, a seguito della crisi della democrazia e dell’istaurarsi di due dittature, che con Mussolini e Hitler sfociarono nel giro di pochi anni nella catastrofe della Seconda guerra mondiale. Ma un popolo, in particolare, milioni di cittadini inermi, fedeli patrioti, gente laboriosa e di fervida intelligenza fu oggetto di persecuzione prima e di genocidio poi.

Lo sterminio di un popolo, il popolo ebreo, colpevole di avere tradizioni proprie, che non contrastavano con le leggi dello Stato che li ospitava, divenne il focus di una guerra razziale, sostenuta da false ideologie e aberranti teoremi psico-scientifici.

A scuola non si parlava di shoah, termine biblico usato dal profeta Isaia, come sinonimo di sterminio, catastrofe, distruzione. Si studiava la crisi dell’Europa dopo la fine del Primo conflitto mondiale, si definivano i contorni delle  dittature nazifasciste e si arrivava ad analizzare anche le cause e la conclusione della Guerra Mondiale.

A partire dagli anni Novanta, l’interesse per la complessità della Shoah cresce velocemente e si moltiplicano le iniziative, scolastiche ed extrascolastiche orientate ad approfondire e diffonderne la conoscenza.

Gli anni Cinquanta furono particolarmente caratterizzati da un’assenza di memoria e da una cancellazione del ricordo delle persecuzioni e delle deportazioni.

In Italia la conoscenza delle Leggi Razziali (oggi denominate Leggi Razziste) del 1938 con le sue devastanti conseguenze sociali, culturali, scientifiche, economiche e politiche, rimase a lungo sommersa dalla necessità di chiudere con il fascismo evitando, allo stesso tempo, di evidenziare i disastri, i soprusi e le violenze compiute dal regime.

 Tutto il male che il nazifascismo produsse con la sua ideologia falsa e bugiarda della razza pura o ariana in gran parte venne sottaciuta per lasciare spazio all’eroismo della Resistenza e alla volontà di pace e di ricostruzione fisica e morale.

La deportazione e lo sterminio degli ebrei e di quanti erano considerati impuri, non degni di vivere furono visti in prospettiva politica, come brutture del passato da dimenticare.

È bene, invece, ricordare che allo sterminio degli Ebrei anche l’Italia fascista ha contribuito in modo decisivo e intenzionale alla riuscita del progetto nazista.

Le Leggi Razziali, promulgate con regio decreto il 5 settembre 1938, hanno costituito il presupposto e il sostegno per la caccia all’ebreo durante gli anni dell’occupazione tedesca.

Subito dopo la guerra, a partire dalla fine degli anni Cinquanta, non furono tanto gli storici o i politici a far emergere una prima consapevolezza su quanto accaduto, ma la letteratura. Prima, tra tutte le testimonianze, per il suo drammatico messaggio umano, testimonianza della condizione di annientamento dell’essere umano nel lager, è stato il libro di Primo Levi, Se questo è un uomo. Il libro viene pubblicatocon qualche difficoltà per i tipi dell’Einaudi solo nel 1958. Il lavoro di Primo Levi, diventerà una pietra miliare per osservare e conoscere la Shoah attraverso gli occhi di chi ha avuto la fortuna di non essere incenerito dentro i forni crematori di Auschwitz.

Dalla fine degli anni Sessanta i libri di Primo Levi, il Diario di Anna Frank, Il Giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962) cominciano ad entrare nei curricula scolastici.

Tuttavia, benché un rinnovamento dei programmi scolastici del 1960 prevedesse il richiamo alla storia contemporanea, era largamente assente il supporto storiografico necessario a contestualizzare le narrazioni, e a d educare alla

prevenzione dell’antisemitismo. Mancava o era affidata a pochi docenti l’opera di riflessione sulle radici storiche e ideologiche del fenomeno e sull’enormità del genocidio, organizzato con geometrica orecisione.

Si arriva, quindi, in Italia,  dopo un acceso dibattito parlamentare, alla legge n. 211 del 2000,  che istituisce il 27 gennaio di ogni anno  il 'Giorno della Memoria', in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.

La nuova programmazione scolastica che, dal 1974 ha concesso l’autonomia didattica ai docenti, consentì di porre all’attenzione delle nuove generazioni quanto di nefasto l’uomo abbia potuto perpetrare nei confronti dei suoi simili e comesia necessario, oggi e sempre,lottare contro ogni forma di razzismo, pronto sempre a rinascere con aspetti e atteggiamenti diversi contro i soggetti più deboli. Quelle nere pagine, scritte col sangue dal nazifascismo,  già oggetto di letteratura, negli ultimi anni si sono arricchite di verità storica, corredate da documenti e prove inconfutabili.

Educare al rispetto degli altri, riconoscere uguali diritti a ciascun abitante del Pianeta, stringersi tutti in social catena, significa muoversi nell’alveo della pace e consederara ogni forma di violenza estranea all’etica umana.

Purtroppo, non mancano i fanatici, i maestri del male , i cosiddetti negazionisti, gli antistorici revisionisti.

Il negazionismo dell’Olocausto è una manipolazione degli eventi storici, che nasconde tristi obiettivi politici. Il suo principale bersaglio è stravolgere o cancellare la memoria storica attraverso la negazione dei fatti accaduti, seminare il dubbio per far vincere la menzogna. Così si nega la veridicità dell’Olocausto, si minimizza il teorema del genocidio degli ebrei da parte della Germania nazista e, per quanto riguarda la posizione del fascismo nei confronti degli ebrei, si mira a far passare il detto degli 'italiani brava gente', tralasciando che le leggi razziali già prima di Hitler, Mussolini le aveva sperimentate duramente nelle colonie dell’Impero.

Secondo le tesi dei negazionisti, l’Olocausto sarebbe stata una gigantesca messinscena, funzionale alla demonizzazione della Germania, organizzata dalle politiche di circoli ebraici mondiali, per avallare la necessità morale di dar vita alloStato d’Israele.

L’antisemitismo non è stato inventato da Hitler, si potrebbe obiettare.Nella Germania nazista, la genesi dell’antisemitismofece leva sul tradizionale antisemitismo religioso, presente da secoli nella coscienza dei popoli europei, fin dai tempi della diaspora degli ebrei da Gerusalemme nel 70 d. C., alimentato dall’atteggiamento ostile della Chiesa di Roma e dai decreti persecutori della monarchia aragonese di Ferdinando il Cattolico nel 1492, che ridiedero vita all’Inquisizione. Ma nessun regime raggiunse la perfezione organizzativa dello sterminio di un popolo come il movimento delle SS naziste.

All’elemento religioso, che considerava gli ebrei deicidi, si aggiunse la pseudo-scienza con la teoriadella presunta differenziazione delle razze. Nasce il cosiddetto "razzismo scientifico" adottato nella Germania di Hitler. Secondo la tesi negazionista, il fascismo prima e il nazismo di rimando hanno adottato l’antisemitismo come pilastro ideologico: il sistema economico liberal-capitalista era considerato figlio della cultura ebraica e della sua tendenza ad accumulare ricchezza con metodi di usura, peccato, la cui condanna trovava d’accordo la Chiesa cristiana, tanto che lo stesso Dante non esita a porre gli usurai nel suo Inferno.

I revisionisti, pertanto, sostengono che lo scoppio della Seconda guerra mondiale sarebbe dovuto al cosiddetto "ebraismo mondiale"  che aveva deciso di dichiarareguerra alla Germania di Hitler per eliminarla politicamente: Hitler si sarebbe limitato a difendersi dall’attacco delle nazioni plutocratiche e della potenza economica degli ebrei. Per di più, aggiungono che la Shoah è un’abile trovata dei vincitori, per giustificare la costituzione dello Stato di Israele nel dopoguerra e per distogliere l’attenzione sui crimini commessi dagli eserciti e dai governiAlleati.

Auschwitz sarebbe, quindi, una macroscopica truffa e le testimonianze dei sopravvissuti e degli imputati alprocesso di Norimberga sarebbero deboli o contraffatte ad hoc. Anche le immagini, che testimoniano le terrificanti condizioni dei prigionieri, si riferirebbero a persone rimaste abbandonate nei campi di concentramento in seguito al ritiro delle forze militari.

Nel maggio1992, durante un raduno in Germania, l’inglese David Irving affermò che la camera a gas fu ricostruita ad Auschwitz ed era 'un falso fabbricato dopo la guerra'. Aarrestato in Austria alcuni anni dopo, fu condannato a tre anni di carcere

Anche il Diario di Anna Frank per i negazionisti sarebbe un falso usato per fabbricare testimonianze inesistenti.

Il primo processo di Norimberga durò dal novembre del 1945 all’ottobre del 1946 e si concluse con l’impiccagione di 12 gerarchi.

Ai processi di Norimberga nessuno dei personaggi e criminali giudicati negò l’olocausto, quasi tutti si giustificavano che avevano eseguito solo ordini superiori.

Hermann Göring si difese, affermando di non avere avuto alcuna responsabilità per i crimini compiuti dagli altri, dei quali egli non era a conoscenza.

Rudolf Höss al processo testimoniò sull’uccisione di più di un milione di ebrei nel Campo di sterminio di Birkenau e riconobbe l’esistenza delle camere a gas. Il campo di Auschwitz, per l’ambizione a primeggiare di Heinrich Himmler, divenne il più grande impianto di sterminio in massa che mai sia esistito

Al negazionismo non si deve rispondere solo con le leggi di condanna morale. Queste non sono sufficienti. Tale triste fenomeno deve essere combattuto con la forza della verità, tanto più vera quanto meglio documentata. Occorre conservare la memoria storica e contrastare attraverso l’educazione civile, che trova nella scuola il suo terreno privilegiato, la memoria del male per indicare ai giovani l’orizzonte del bene futuro.

In Italia Liliana Segre e altri hanno raccontato attraverso i vari canali della comunicazione le loro vicende personali, le terribili e disumane leggi razziali, la deportazione, i campi di sterminio.

Quando i pochi testimoni rimasti non potranno più rivivere e far rivivere la ferocia, che le generazioni che ci hanno preceduto hanno pensato e attuato, come potremmo  conservarne la memoria? Sarà compito della storia, del culto dei luoghi che furono teatro di tali sciagure,  come la Risiera di San Sabba a Trieste o il campo di concentramento di Fossoli a Carpi (Modena), il Museo della Shoah a Roma e il binario 21 della stazione centrale di Milano, ma soprattutto sarà l’opera dei tanti docenti educatori e maestri della verità a gettare il seme di un’umanità migliore"- Antonino Tobia

Autore Prof-Greco

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Inserito il 15 Febbraio 2023 nella categoria Relazioni svolte