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Delitti e castighi ad Atene e a Roma

Una lunga passeggiata attraverso i secoli, con la guida del dott. Giuseppe Abbita, per una documentazione approfondita sulle pene in uso ad Atene e nell'antica Roma

Relatore: Dott. Giuseppe Abbita - già Primario di medicina interna

I delitti e le pene attraverso i secoli

                                                                                                

                              Immagine riferita a: Delitti e castighi ad Atene e a Roma                   Immagine riferita a: Delitti e castighi ad Atene e a Roma    

  Delitti e castighi ad Atene e a Roma - Sanzione, espiazione o vendetta?

     Una lunga passeggiata attraverso i secoli, in compagnia del dott. Abbita  che ha fatto da guida,  ha portato ad assistere alle varie forme di castigo con cui venivano puniti i delitti nell’antica Roma e ad Atene ma, soprattutto,  ha evidenziato i significati e i simbolismi che, di volta in volta,  erano celati dietro ai rituali che questi castighi accompagnavano.                 
     L’escursione è stata effettuata lungo la letteratura classica: poemi omerici, tragici e lirici greci, Erodoto e le sue Storie, Cicerone, Orazio, Plauto, Valerio Massimo.
In questo viaggio ideale nel mondo classico si è partiti da una forma arcaica di giustizia, fondata essenzialmente sulla vendetta; si è poi assistito ai primi tentativi di regolamentarla nel momento in cui cominciavano a sorgere le città - stato  sottraendo di fatto ai  privati l’esercizio della vendetta, all’istituzione dei primi tribunali e alla codificazione delle prime norme da parte di Draconte nella transizione  da una cultura di vergogna, in cui  Il rispetto delle regole era assicurato dal timore di infangare la propria reputazione ad una cultura di colpa in cui invece i comportamenti cominciavano ad essere  determinati  attraverso l’imposizione di divieti.
     Il dott. Abita ha illustrato le varie forme di punizione spiegando come venivano puniti i traditori e gli accusati di empietà,i parricidi e le Vestales incestae: precipitazione, cicuta, crocifissione,  pena del sacco,vivisepoltura.
I castighi, nel mondo classico, con i loro rituali simbolici ed espiatori dovevano spesso placare l’ira della divinità offesa o eliminare un essere immondo,portatore di contagio nella società.  
      Nelle società laiche moderne, invece, i crimini non sono più crimini religiosi ma crimini contro la persona o contro la proprietà privata,e le pene  dovrebbero essere considerevolmente più miti.
Inoltre, è più difficile avvertire nell’azione punitiva le forze passionali della vendetta,ufficialmente negate. 
      Ma cosa pensare della pena di morte negli Stati Uniti?
Mentre nel gran finale dei processi in Atene si sarebbe potuto assistere alla paragoghè ton paìdon kai ton gunaìkon, alla sfilata dei figli e delle mogli dell’imputato, in cui fanciulli piangenti e donne con vesti stracciate cercavano di impietosire i giudici, negli Stati Uniti, durante la sentencing phase, cioè nella fase in cui si decide se l’imputato, riconosciuto colpevole, deve essere o meno condannato a morte,  è consentito ai parenti della vittima  di sfilare davanti alla giuria e  influenzare emotivamente le decisioni dei giurati e indurli ad emettere una condanna basata su un concetto di retribuzione/vendetta                                                       .
     La pubblicità che viene data alla pena di morte con la presenza all’esecuzione, di giornalisti e dei familiari della vittima, ci conferma che la pena di morte, negli Stati uniti, così come è concepita, è soprattutto un esercizio, ancorchè camuffato, della vendetta, in cui lo Stato agisce per conto dei familiari della vittima.
      La giustizia è stata una delle più importanti conquiste dell’uomo e della civiltà e  i greci ne erano consapevoli ed orgogliosi.
      Lo stesso Socrate aveva una fiducia sconfinata nella giustizia. Nel Gorgia,  Platone gli fa dire queste parole: '…bisogna costringere noi stessi e gli altri a non avere paura e a presentarsi al giudice con coraggio e senza troppe lagne come si fa col medico quando deve cauterizzare o tagliare…'
     Ma siamo sicuri che oggi ogni cittadino sia pronto  a presentarsi, in ogni caso, al di là dei legittimi impedimenti, davanti ai giudici per  farsi giudicare?
     E la  giustizia, d’altra parte, è sempre e per davvero uguale per tutti?
     La giustizia viene spesso raffigurata con una benda sugli occhi, simbolo della garanzia dell’imparzialità e incorruttibilità dei giudici.
      Ma siamo sicuri che i giudici siano sempre imparziali e non si facciano talora influenzare da pregiudizi, dalle idee politiche, dall’esercizio del  potere, dal furore giustizialista  o ancora da motivazioni più venali?
     La documentata relazione del dott. Abita si è conclusa col racconto di Erodoto sul castigo riservato al giudice corrotto Sisamne, giudice che… aveva dato,  per denaro, una sentenza  ingiusta…
     Alla fine della serata un lungo applauso è stato tributato all’illustre oratore, per la sua dotta conferenza.
                                                                                                                                                                                L. G.  

                                                          Immagine riferita a: Delitti e castighi ad Atene e a Roma 
 

Autore Prof-Greco

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Inserito il 09 Novembre 2010 nella categoria Relazioni svolte