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Il significato diacronico di

Dalla democrazia diretta che si realizzava nell'Agora dell'antica Grecia alle moderne democrazie indirette. Ha relazionato l'avv.Vincenzo Miceli

Relatore: Avv. Vincenzo Miceli - Cassazionista

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 Alla presenza di un pubblico molto numeroso l’avv. Vincenzo Miceli ha tenuto una brillante conferenza sulle varie forme democratiche di governo che si sono avute nel corso dei secoli, a partire dalla Repubblica dell’antica Roma, dopo la cacciata di Tarquinio il Superbo nell’anno 510 a.C., e dalla contemporanea πόλις greca di Atene, le cui istituzioni democratiche si devono alla riforma di Clistene del 509 a.C., per giungere alle moderne costituzioni illuministe, quella americana e quella francese, e finire poi agli stati democratici dell’ultimo dopoguerra e dei giorni nostri.

Nel corso dell’ampio excursus storico, il relatore ha raffrontato la costituzione americana del 1787 con quella francese del 1791, evidenziato come quest’ultima sia stata più fedele ai principi dell’illuminismo, anche perché il testo della costituzione è preceduto da un corpo di norme, le quali, in ossequio al giusnaturalismo propugnato da Rousseau,  costituiscono la prima 'Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino'.

Dopo avere accennato alla 'democrazia procedurale' teorizzata da Schumpeter, alla 'poliarchia', di cui ha parlato Roald Dahl, alla 'democrazia liquida', alla 'democrazia elettronica o digitale', cara al Movimento 5 Stelle, il relatore si è soffermato sui caratteri essenziali della democrazia formale, propria dei regimi liberaldemocratici e che affonda le sue radici nell’illuminismo del XVIII secolo, e quindi su quelli della democrazia sostanziale, propugnata nei regimi comunisti, giungendo alla conclusione che la democrazia ideale è quella che nel contempo è formale e sostanziale.

Secondo il relatore entrambi tali requisiti possono essere soddisfatti coniugando, secondo lo spirito dei tempi moderni, il trinomio illuminista 'libertà – uguaglianza – fratellanza', intesa quest’ultima come solidarietà, trinomio che deve essere affiancato dal principio della separazione dei poteri (legislativo – esecutivo – giudiziario), teorizzato da Montesquieu.

D’altra parte anche il principio della tolleranza, propugnato da Voltaire, come pure quello del laicismo, di cui è stato antesignano John Locke, caratterizzanti uno stato democratico moderno, possono e devono essere compresi nel più ampio principio della libertà.

Infine il relatore ha rammentato all’uditorio che la democrazia va praticata e conquistata giorno per giorno per sottrarla al rischio delle tentazioni autoritarie dei demagoghi di turno.  

Autore Prof-Greco

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Inserito il 03 Febbraio 2015 nella categoria Relazioni svolte