Logo generale del sito:Libera Università 'Tito Marrone' Trapani

Libera Università Tito Marrone > Relazioni svolte > La medicina ieri e oggi

Il logo della sezione del sito denominata  La medicina ieri e oggi

La medicina ieri e oggi

In una appassionata e brillante relazione il prof. Giuseppe Abate ha ricordato i grandi medici che operarono nella città di Trapani

Relatore: Prof. Giuseppe Abate

Medici e medicine nella Trapani antica

  Medici e medicine nella Trapani antica - 

<_div>Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi <_div> <_div style="display: inline !important;">Nel corso dei secoli passati, e fino ai primi decenni del 1900, le conoscenze in campo medico erano alquanto limitate. Le malattie infettive dominavano il campo. Le epidemie si succedevano con notevole frequenza decimando le popolazioni: le più frequenti erano quelle di peste bubbonica, di vaiolo, di tifo, e dopo il 1500 anche quelle di sifilide. Trapani, città marinara dedita al commercio, in cui transitavano uomini delle più varie nazionalità,  fu colpita spesso da violente epidemie, tra cui ad esempio quella di peste del 1347, che dimezzò l’intera popolazione della città.  <_div>I rimedi per arginare la diffusione delle malattie erano ovviamente empirici. Alle navi sospette veniva imposta la quarantena, cioè il fermo all’ancora per quaranta giorni, da attuarsi nei pressi del Lazzaretto. Ciò malgrado, l’infezione spesso arrivava in città, ed allora bisogna provvedere all’isolamento degli ammalati, e delle persone sospette di aver contratto la malattia. Malgrado i limiti legati alle scarse conoscenze del tempo, i medici trapanesi si guadagnarono una solida fama in questo campo. Tra essi spicca la figura del Dottor Pietro Parisi, che riuscì ad arginare  due importanti pestilenze, rispettivamente nel 1575 e nel 1593. Questo illustre medico non soltanto provvedeva allo stretto isolamento degli infermi e dei sospetti, ma anche alla bonificazione degli ambienti, bruciando oggetti ed indumenti ed utilizzando a scopo disinfettante acqua di mare, e fumi  provenienti dalla bruciatura di legni ed arbusti aromatici. La fama del Dottor Parisi (cui è dedicata la traversa della via Conte Agostino Pepoli, di fronte all’ingresso laterale della Basilica della Madonna) si diffuse nel Mediterraneo, ed Egli fu chiamato in diverse nazioni  per contrastare violente epidemie. Va comunque detto che, in generale, tutti i medici trapanesi nei secoli passati hanno goduto di notevole prestigio. Carlo V, nel 1535, nel corso di un soggiorno  dedicato alla fortificazione della città,  concesse al Senato il privilegio di conferire la laurea dottorale ai giovani che frequentavano le lezioni di medicina nella locale scuola. Alcuni anni dopo, nel 1558, il Papa Paolo III  non solo riconfermò ai protomedici trapanesi tale privilegio, ma impose che  i laureati in medicina in altre scuole, dovessero sostenere un esame di abilitazione nel caso volessero esercitare la loro professione in Trapani. Nel  1701,  Filippo V concesse  l’onore di praticare 'notomie', cioè dissezioni cadaveriche, sommo riconoscimento di perizia per quei tempi. Seguì, nel 1740, la fondazione di una Accademia medico-fisica. A fronte di tali riconoscimenti, una disamina delle terapie che venivano praticate a quei tempi dimostra quanto esse fossero empiriche e fantasiose, il che fa dedurre che la maggior fama dei medici si basasse soprattutto sulla loro arte dialettica, sul loro potere di suggestione e, forse, sulle loro capacità prognostiche, cioè di predire la evoluzione dei morbi.

 

                                Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi

 

 

<_div style="display: inline !important;">Riporto a titolo di sempio, alcuni   rimedi utilizzati all’epoca.  Nella peste bubbonica la cura abituale era rappresentata da un empiastro di cipolla cotta, ma in casi estremi si scannava un mulo, ed aperto l’addome,  l’appestato veniva posto tra le viscere calde come in un 'sudatorio', per espurgare dal corpo le 'velenosità pestifere'. Nel tifo petecchiale, il dottor Benedetto Genuisi, dopo aver praticato salasso prima al braccio e poi al piede, somministrava un purgante e poi la cosiddetta 'acqua di tempo', vale a dire l’acqua piovana. Nelle malattie di cuore era in uso la 'pittima cordiale', un impasto di sostanze medicamentose, tra cui polvere di corallo, acqua rosata, gomma arabica, da cui si ricavavano focacce di varie fogge da applicare sulla regione precordiale. Era il corallo l’ingrediente fondamentale, in quanto ad esso si attribuiva azione cardiocinetica, astringente e vasocostrittrice.  

 

Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi

<_div> 

<_div> Queste preziosità terapeutiche, che già fanno rabbrividire, impallidiscono a fronte delle cure che per molti decenni vennero  utilizzate  per  combattere la sifilide, che fece comparsa nel Regno di Sicilia nel XVI secolo. L’epidemia si scatenò a seguito della discesa in Italia delle truppe di Carlo VIII, per cui fu chiamata 'mal francese'. Pensando che la malattia fosse dovuta alla presenza di umori infetti, e quindi potesse guarire con la loro espulsione, l’infermo veniva dapprima purgato e salassato, poi sottoposto a ripetute frizioni di mercurio su tutto il corpo, quindi introdotto in una apposita camera  caldo-umida, detta 'da stufa'. Dopo questo trattamento, ancora purgato e salassato. E’ facile immaginare come ne  venissero fuori  i poveri  infermi. Sicuramente in condizioni peggiori di prima. Così il dottor Carlo Guida  : ' Ogni anno, nel mese di maggio e di giugno, sulle pubbliche vie della città, apparivano centinaia di intossicati dall’unzione, forestieri più o meno cenciosi, in condizioni fisiche da far pietà: dall’aspetto macilento, dalla voce fioca, dalla bocca ulcerata che emetteva senza posa fetida bava. Erano talmente stremati di forza che appena potevano reggersi in piedi'. All’inizio, essi non ricevettero alcun  conforto, se non quello di caritatevoli donne o di qualche prete di buon cuore,  per cui vagavano come zombie per la città, per morire alla fine come cani agli angoli delle chiese. 

Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi <_div> Quando ci si accorse che il loro numero aumentava, anche grazie alla generosità del sacerdote Don Tommaso Mallo, che donò 500 scudi ed una casa di sua proprietà,  nel 1535 fu aperto l’Ospedale 'per i mali vergognosi', dove ricoverare ed  assistere questi poveri  disgraziati senza speranza.  Tale ospedale si affiancò a quello principale intitolato a Sant’Antonio, e Trapani dimostrò così di essere all’avanguardia anche in tema di organizzazione sanitaria in rapporto ai tempi. Va precisato, infine, che il metodo della 'unzione mercuriale' ebbe breve vita, in quanto ben presto ci si accorse che il rimedio era peggiore della malattia.   <_div style="display: inline !important;"> <_div style="display: inline !important;">Giuseppe Abate <_div style="display: inline !important;">  <_div style="display: inline !important;">                                             Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi

                                         

Immagine riferita a: La medicina ieri e oggi

<_div>
<_div> <_div>

 

 

 

 

           

                            

<_div>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore Prof-Greco

social bookmarking

  • Relazioni svolte, Medicina a Trapani in Facebook
  • Relazioni svolte, Medicina a Trapani in Twitter
  • Relazioni svolte, Medicina a Trapani in Google Bookmarks
  • Relazioni svolte, Medicina a Trapani in del.icio.us
  • Relazioni svolte, Medicina a Trapani in Technorati
Parliamo di: Medicina a Trapani

Inserito il 04 Novembre 2014 nella categoria Relazioni svolte