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La regina di Saba e l'iconografia occidentale

Il mito dell'incontro tra Salomone e la Regina di Saba è stato illustrato dalla dott.ssa Francesca Massara, direttore del Museo Diocesano di Mazara del Vallo

     Immagine riferita a: La regina di Saba e l'iconografia occidentale Il tema illustrato dalla dott.ssa Massara ha riguardato l’iconografia del mondo occidentale collegata alla leggendaria Regina di Saba. Questa sovrana ricchissima la troviamo citata sia nella Bibbia che nel Corano. Sembra che Salomone ne abbia ricevuto la visita. La Regina era venuta a conoscenza della grande saggezza di questo Re e ne volle verificare la sapienza. Secondo la Bibbia gli portò in dono una grande quantità d’oro, spezie e pietre preziose. Anche il Corano racconta di questa Regina che si innamora di Salomone. Dalla loro unione nacque un figlio che poi divenne il primo Imperatore d’Etiopia con il titolo di Menelik I. pare che sia stato proprio Menelik a portar via da Gerusalemme l’Arca dell’Alleanza che oggi dovrebbe appunto trovarsi in Etiopia. Alcuni archeologi tedeschi avrebbero recentemente scoperto in Etiopia i resti del palazzo della leggendaria Regina. Non tutti sono tuttavia d’accordo e i pareri sulla reale esistenza della regina di Saba sono assai discordanti. - Leonardo A. Greco

Immagine riferita a: La regina di Saba e l'iconografia occidentaleSi riporta di seguito l'abstract della relazione

 Il tema iconografico della Regina di Saba è soggetto prezioso e poco frequente nell’iconografia cristiana occidentale; nasce nel Medioevo e affonda le sue radici nelle fonti bibliche dell’Antico Testamento (1 Libro dei Re 10, 1-13; 2 Libro delle Cronache 9, 1-12), anche se gran parte della sua fortuna è probabilmente da attribuire alla citazione che Gesù stesso ne fa in due dei Vangeli sinottici (Mt 12, 42; Lc 11, 31).
Il ruolo della regina dalla provenienza esotica e dal sontuoso corteo è legato indissolubilmente alla figura del re Salomone, il sapiente per eccellenza, che la accolse, sciolse i suoi enigmi, e forse se ne innamorò.
Il passo evangelico che la menziona, invece, mette esplicitamente in relazione l’incredulità e mancanza di fede dei contemporanei di Gesù con l’atteggiamento dell’antica sovrana: «La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! » (Mt 12, 42).
Secondo l’interpretazione patristica ed esegetica, la visita della Regina simboleggia le mistiche Nozze di Cristo e della Chiesa, oltre che prefigurare la conversione a Cristo di tutti i popoli della terra.
Sulla provenienza, le fonti sono imprecise: Etiopia, Yemen, Arabia felix ? Per la tradizione etiope, il Kebra Nagast, il suo nome era Makeda, mentre alcune fonti arabe la chiamano 'Bilqis'.
Leggende ebraiche si soffermano sulla relazione amorosa di Salomone con la Regina di Saba e indagano sugli enigmi da lei elaborati per mettere alla prova la saggezza del re. Ma la tradizione che più ha inciso sulla formazione dell’iconografia occidentale è quella riportata nella Legenda Aurea, ossia l’Inventio della vera Croce: un angelo avrebbe dato a Seth un ramo dell’albero dell’Eden, l’albero della conoscenza, chiamandolo 'legno della misericordia'; Seth avrebbe piantato il ramo sulla tomba del padre Adamo, dove sarebbe divenuto un grande albero, vissuto fino al tempo di Salomone. Quest’ultimo poi lo avrebbe fatto tagliare per utilizzarlo nel palazzo, ma senza trovare per esso un posto adatto: sempre troppo lungo o troppo corto, sarebbe stato infine gettato dagli operai su uno specchio d’acqua come passerella. Quando poi la Regina sarebbe stata sul punto di attraversarlo, avrebbe visto in spirito che il Salvatore del mondo sarebbe stato appeso a quel legno, e dunque non l’avrebbe calpestato, ma adorato.
Le prime raffigurazioni della Regina di Saba si trovano sui codici minati biblici a partire dal sec. XII (1180), come tipo della Chiesa sposa di Cristo; una preziosa incisione è inserita nel Paliotto smaltato di Klosterneuburg a Vienna (1181), opera dell’orafo Nicola di Verdun. Dal sec. XII e nel XIII la sovrana appare spesso con un volume di sentenze, insieme a Salomone, come prefigurazione della Chiesa, ed è inserita nei cicli a rilievo dei portali dei grandi edifici di culto, insieme a santi e beati (Corbeil, Dijon, Chartres). Le rappresentazioni sui timpani dei portali sono probabilmente legate anche al ruolo della Regina come giudice nei tempi ultimi a fianco dei giusti d’Israele, significativamente connessa alle più usuali composizioni nelle lunette romaniche: Giudizio Universale, Parousia, Trionfo dei Giusti.
Il grande scultore Benedetto Antelami realizza due monumentali statue raffiguranti Salomone e la Regina di Saba per il Battistero di Parma (1216), oggi al Museo Diocesano, mentre il Ghiberti inserisce il loro Sposalizio nella Porta del Paradiso del Battistero a Firenze (1437), servendosi della nuova sensibilità umanistica e prospettica.
Ma il ciclo più celebre è quello della 'Leggenda della Vera Croce', affrescata da Piero della Francesca ad Arezzo, nella Cappella Bacci di San Francesco (1452 - 1466 ca.). Nell’Adorazione del Sacro Legno e incontro della Regina di Saba con Salomone l’impianto geometrico e quello prospettico sono elementi simbolici per rappresentare la dimensione dell’Assoluto, di cui è specchio la realtà sensibile, dove agiscono i personaggi. A sinistra, la Regina adora il Sacro Legno, mentre gli staffieri coi cavalli rimangono discosti; a destra, entro un ordine di colonne corinzie 'divinamente misurate' (Vasari), sta Salomone che accoglie la Regina.
 Nelle raffigurazioni di sec. XVI appare quasi solo la scena dell’omaggio, talvolta inserita nei cicli veterotestamentari, come nelle Logge Vaticane di Raffaello (1517-’19).
Più ampia trattazione del tema si trova nel repertorio del Barocco (per esempio, in Rubens), dove prevale l’interpretazione retorico-amorosa, quella nostalgico-lirica ed un crescente fascino per l’ambientazione esotica (Lorrain). Nell’Ottocento sarà il sentimento romantico a prevalere su ogni altro, e lo stesso tema sapienziale sarà accompagnato da suggestioni estetiche e, talvolta, esoteriche.
Il fascino della figura della Regina che reca tesori da paesi lontani si presta nei secoli a diverse chiavi di lettura, fino alle più raffinate dell’esegesi cristologica e profetica, poichè essa è legata simbolicamente all’amore per la sapienza, che è 'splendida e incorruttibile', tale che  Salomone afferma: 'La preferii agli scettri ed ai troni e stimai le ricchezze un nulla di fronte a lei, a cui non paragonai la pietra più preziosa' (Sap 6, 12; 7, 8-9).

Francesca Paola Massara
Docente di Archeologia Cristiana - Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia

Autore Prof-Greco

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Inserito il 11 Maggio 2012 nella categoria Relazioni svolte