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Lavoro e 'dignità costituzionale'.Il Job Act e la scuola per i lavoratori del futuro

Il dott. Vito di Bella ha relazionato, con dovizia di particolari, sull'organizzazione del lavoro che in questo momento privilegia forme di lavoro autonomo

Relatore: Dott. Vito Di Bella Vito

Lavoro e 'dignità costituzionale'.

Immagine riferita a: Lavoro e 'dignità costituzionale'.Il Job Act e la scuola per i lavoratori del futuro

L’ideologia della modernità quale valore di gruppo porta alla religione del progresso la cui ambivalenza,tra utile e non utile,a chi e come serve,divide la filosofia e la sociologia.Anche se poi le valutazioni divergono piuttosto sull’uso critico che viene fatto del progresso.Il lavoro è parte integrante del progresso e ne rimane condizionato nella gestione degli effetti. C’è sempre una questione lavoro aperta nelle dinamiche di sviluppo dei modelli socioeconomiciprivati e pubblici.Proprio l’ideologia della modernità sta mettendo in discussione diritti sociali ed economici che nel campo del lavoro si ritenevano acquisiti.La tendenza alla mercificazione. propria della globalizzazione, include il mercato del lavoro per cui anche il lavoratore diventa un costo al ribasso in funzione del profitto.In tali contesti rarefatti il fattore lavoro viene a patire un ridimensionamento in termini quantitativi e qualitativi, vuoi per l’automazione che sopprime posti, vuoi perché le innovazioni tecnologiche richiedono altre professionalità, vuoi per la mutata domanda di beni e servizi, vuoi per la concorrenzialità dei mercati di manodopera.Le crisi ricorrenti dell’economia colpiscono subito il lavoro con processi di ristrutturazione e le risorse, volente o nolente, devono piegarsi ai diktat al ribasso.L’organizzazione del lavoro in questo momento privilegia forme di lavoro autonomo o pseudo tale, legate a target e budget;spesso offre flessibilità e precariato, liberalizzazione di  orari di lavoro, retribuzioni legate alla produttività spinta. In pratica tende ad inflazionare e svalutare il valore del lavoro dell’uomo.Tanto lavoro di oggi tende a svilupparsi sempre più come bene immateriale che richiede un processo di coltivazione delle idee e che non necessita talora neppure di spazi organizzati, quali fabbriche ed uffici.Il disagio è maggiormente avvertito nelle fasce giovanili scolarizzate ma non qualificate, non pronte ad immettersi in quel mercato cambiato.Ogni Stato deve dare necessariamente una disciplina all’esercizio del lavoro dei propri cittadini.L’incipit della nostra Costituzione è 'L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro'.E’un principio programmatico che si impone come diritto/dovere di tutti i cittadini, quale strumento di convivenza sociale e mezzo per affermare il potenziale di ognuno.Nel suo iter normativo la Costituzione riprende più volte la materia del lavoro, riguardato nei suoi diversi profili di incidenza.Ma il nostro Costituente supera la concezione del lavoro quale mero esercizio ed avverte la sensibilità di elevarlo a rango di dignità per l’uomo, in una visione etica   aggiuntiva.L’articolo 3 afferma che 'tutti i cittadini hanno pari dignità sociale', a dire che non può essere riconosciuta una diversa dignità ai soggetti della scala sociale.L’articolo 36 indica una misura di retribuzione che assicuri l’esistenza libera e dignitosa al lavoratore e alla sua famiglia.L’articolo 41 enuncia che l’iniziativa privata non può 'recare danno alla libertà, alla sicurezza, alla dignità umana', declinando gli obblighi dell’integrità psicofisica, della libertà e dignità del lavoratore.Anche lo Statuto dei lavoratori contiene 'Norme sulla tutela della libertà e della dignità dei lavoratori ... '.Ma cosa significa dignità?Nel Vocabolario Treccani della lingua italiana essa è 'la condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo stesso grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo ed insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a sé stesso'. In sostanza, il termine 'dignità' è riassuntivo dei diritti inalienabili della    persona umana e che devono essere riconosciuti alla persona del lavoratore. E’ Importante dunqueil lavoro, ma altrettanto importante è il rispetto della dignità della persona che lavora, da parte degli altri senza alcuna discriminazione e da parte di sé stessi con l’autostima.La dignità non sta nella qualità del lavoro, ma nella serietà con cui il lavoratore vi attende (anche se questa società spesso usa altri parametri).E’ dignità la difesa del posto di lavoro e lasolidarietà a chi lotta per la stessa causa; non è dignità il lavoro nero, la precarietà del lavoro, la riduzione del salario quale soluzione delle crisi aziendali, l’assenteismo o le furberie con i rilevatori di presenza.Non esistono ricette sicure per intervenire nel variegato mondo del lavoro,come a dire che la diagnosi è certa, la terapia è sperimentale e la prognosi resta riservata.I principi generalmente accolti sono che lo Stato deve creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo e che l’economia deve creare il lavoro. In linea di massima, purtroppo, la nuova economia crea poca occupazione e non equa distribuzione della ricchezza.La scuola,di ogni ordine e grado, per dovere d’istituto deve fornire l’educazione al lavoro e la formazione per le professionalità richieste dalle aziende, oltre che formare il cittadino.In vero non sempre la programmazione dei fattori produttivi e della cultura corrispondono ai loro obblighi o si interfaccianocorrettamente in funzione dello sviluppo compatibile.Si scontrano con le leggi della micro e della macro economia, della finanza e della politica, con risultati spesso inefficienti e di inefficaci sul welfare.In ordine ditempo, nel nostro quadro legislativo è intervenuto il cosiddetto 'Job Act', un corpus normativo con l’obiettivo dichiarato di allineare il sistema lavoristico Italia al sistema lavoristico Europa.Una serie di leggi e regolamenti attuativigià promulgati e in fieri recano cambiamenti nei settori privato e pubblico, creando aspettative edelusioni. Talune parti di recente sono state oggetto di intervento da parte dellaCorte Costituzionale.Dando per scontato il politicamente corretto, appare utile tratteggiare per grandi lineealcune parti delle riforme apportate dal richiamato Job Act.Nello specifico.La forma comune di rapporto di lavoro subordinato diviene il lavoro a tempo indeterminato.Il momento mette ordine in una miriade di rapporti di lavoro esistenti instabili e abusati. Per tutti, i contratti a termine ripetuti, le false collaborazioni a progetto, le partite IVA fittizie, le associazioni in partecipazione mascherate.Allo stato gli effetti sull’occupazione al netto degli incentivi sono da leggere. In caso di modifica degli assetti organizzativi aziendali che incidono sulla posizione del lavoratore, lo stesso può essere assegnato a mansioni appartenenti al livello di inquadramento inferiore.Il demansionamento, non incide sulla retribuzione epotrebbe pur sempre essere una alternativa alla Cassa integrazione o al licenziamento.Il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, già spettante ai malati oncologici, viene esteso agli affetti da patologie cronico-generative ingravescenti.Le donne vittime di violenza di genere possono richiedere un congedo di tre mesi anche non continuativi, assistito da indennità retributiva e contributiva.Il lavoratore può cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie maturati ad un collega per consentirgli di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure e assistenza.Il quadro di tutela esostegno alla maternità e paternitàviene affinatoconl’allungamento del congedo parentale fino all’età dei12 anni dei figli. Ai padri viene allungato il permesso a 4 giorni.Sono conquiste sociali a sostegno della famiglia.Viene ora riconosciuta la legittimità dell’uso deglistrumenti di controllo a distanza dei lavoratori, pratica già vietata dallo Statuto dei lavoratori.Le informazioni raccolte con gli strumenti utilizzati dal lavoratore per rendere la prestazione e con gli strumenti di registrazione degli accessi e delle presenze,sono utilizzabili ai fini connessi al rapporto dilavoro,previa informazione al lavoratore.Ancorché la misura possa incidere sulla privacy del soggetto, puòessere assunta come passaggio obbligato all’epoca dell’hi-tech e della possibilità di localizzazione.Le dimissioni del lavoratore ora devono essere presentate telematicamente a pena di inefficacia. Ciòperarginata la pratica delle dimissioni in bianco.Viene meglio profilato il licenziamento del pubblico dipendente il quale deve essere sospeso dal lavoro e dalla retribuzione entro 48 ore e licenziato entro trenta giorni nei casi di assenza ingiustificata dal servizio o colto in flagranza di illeciti disciplinari. La procedura di licenziamentodeve essere avviata dal Dirigente il quale risponderebbe di comportamento omissivo.L’efficacia della norma, sub condicio per il placet delle Regioni, è legata alla funzionalità della Pubblica Amministrazione.Gli ammortizzatori socialiinnovano con l’indennità di disoccupazione (ASpI),il cui diritto viene esteso ai lavoratori che si siano dimessi dal lavoro per giusta causa(molestie sessuali, demansionamento indebito, mobbing, ecc.).Altri provvedimenti in fieri riguardano i prepensionamenti incentivati e con ritenute da rimborsare.Il part time agevolato per il lavoratore a cui mancano tre anni al pensionamento (ricambio generazionale)non pare abbia avuto accoglienza.Uno dei passi più dibattuti e controversi della riforma governativa è il licenziamento per giusta causa o giustificato motivo- ex art. 18 dello Statuto dei lavoratori.All’ipotesi di reintegrazione sul posto di lavoro si sostituisce la monetizzazione del licenziamento, limitando la riammissione ai soli casi di discriminazione. La novità decorre dal 7 marzo 2015, dalla Istituzione del così detto 'sistema a tutele crescenti'.La norma novellata indebolisce la tutela reale del lavoratore le cui ragioni riceveranno un risarcimento economico ma non più il lavoro. Sull’altro fronte le lungaggini giudiziarie potevano recare problematiche alle aziende.Il lavoro accessorionato con la Legge Biagi del 2003 per pagare a ore piccoli lavori occasionali, nel tempo è stato esteso in modo indiscriminatoed ha portato ad abusi e lavoro nero. Di recente il Governo ha cercato una migliore regolamentazione con la tracciabilità dei voucher. E’ verosimile che per evitare il referendum ammesso dalla Cortela normativa debba essere ricondotta allo spirito originario.Nell’ambito della lotta al lavoro irregolare è stata varata una nuova disciplina del caporalatoche punisce penalmente il caporale e l’utilizzatore della manodopera, anche quali corresponsabili di possibili formedi riduzione in schiavitù.Un giudizio sulla valenza e sulla attualità degli istituti lavoristici riformati o di quanti ne verranno, non può che muovere dall’incidenza sull’occupazionenell’immediatezza einprospettiva sulle possibilità e sul ruolo dei giovani lavoratori del futuro.Il lavoro di ieri non è quello di oggi.Nelle economie di scala sono cambiati i ruoli delle componenti. Si discute ormai su aspettative di diritti piuttosto che di diritti acquisiti. Lo stesso sindacato tradizionale pare abbia bisogno di un restyling.L’organizzazione aziendale oggi privilegia il lavoro di gruppo o in team per portare a termine specifici progetti. La strategia ottimizza le conoscenze e le capacità dei talenti collettivi, la loro tenuta relazionale nell’interfacciarsi, la condivisione degli obiettivi e l’emulazione per il loro raggiungimento nel ruolo di ciascuno del team.Il giovane lavoratoredovrà provare ad inventarsi il lavoro per governare la macchina e convivervi nella fabbrica e nell’ufficio intelligenti.All’uopo, Il bagaglio delle conoscenze dovrà essere fornito dalla formazione scolastica ai vari livelli, formazione professionale realistica,continua e flessibile, legata alle necessità del mercato, alla valorizzazione delle risorse disponibili.Roger Abravanel, nel suo volume 'La ricreazione è finita, scegliere la scuola, trovare il lavoro' sostiene, in sunto, che i datori di lavoro del 21° secolo cercano lavoratori con meno 'mestiere' e più senso di responsabilità, spirito critico, capacità di risolvere i problemi, comunicare e lavorare in team. La scuola italiana non si è adeguata a questo nuovo mondo del lavoro e la maggior parte dei docenti non sembra rendersene conto. Ma i giovani italiani non possono aspettare la riforma che cambierà questa situazione e devono darsi da fare da soli per costruirsi un curriculum formativo spendibile al meglio nella società globale di cui sono parte integrante.Invero, la recente riforma della scuola – legge 107/2015 - prevede l’obbligo dell’alternanza scuola/lavoro che consiste 'nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro - art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77'.La legge finanziaria 2017 ha previsto l’esonero contributivo a favore dei datori di lavoro privati che assumono, dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2018, a tempo indeterminato, studenti che abbiano svolto attività di alternanza scuola-lavoro o periodi di apprendistato presso l’azienda stessa, nel limite di euro 3250 annue per 36 mesi. E’ un’occasione per immettere il giovane nel mondo del lavoro e perché il datore di lavoro possa conoscerlo, valutarlo e specializzarlo.La riuscita è sicuramente legata alla sinergia tra tessuto operativo locale e iniziativadella scuola, oltre che al contributo delle famiglie per evitare appiattimenti domestici.Papa Francesco contesta un lavoro che mette al centro la logica del profitto piuttosto che il bene lavoro dedicato all’uomo. Dal suo ruolo vede un lavoro degno dell’uomo come testimonianza di fede.In buona sostanza, da quanto argomentato si evidenzia che la valenza sociale e giuridica del lavoro è in progress e che senza lavoro non c’è libertà e dignità.La scienza e la tecnica sono progresso e modernità, un teorema che deve essere coniugato conil lavoro al quale i giovani studenti, lavoratori del futuro, devono arrivare preparati tecnicamente e psicologicamente.Sarebbe però arduo farsi carico di queste preoccupazioni se non si partisse dal riconoscimento della permanente attualità della nostra Costituzione repubblicana.Vito Di Bella

Autore Legre

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Inserito il 24 Febbraio 2017 nella categoria Relazioni svolte