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Le Troiane di Euripide - (Terza parte) -

La condizione femminile a Troia- Un 'barbaro' infanticidio. Rivisitazione a cura del dott. G. Abbita

Relatore: Dott. Giuseppe Abbita

La vedova di Ettore arriva lentamente sulla scena trasportata da un carro straniero, insieme con il figlio Astianatte e le armi di bronzo che erano state di Ettore. Segue un dialogo tra Andromaca ed Ecuba in cui entrambe si dolgono delle sventure abbattutesi sulla città e su di loro, dopo la morte di Ettore. Andromaca, tra l’altro, svela ad Ecuba il vero significato delle parole dell’araldo Taltibio: la principessa Polissena è stata sgozzata sulla tomba di Achille   e lei stessa ne ha coperto il corpo con un peplo.La fama della sua assennatezza ha giocato un brutto scherzo ad Andromaca. L’eco delle sue virtù è giunta al figlio di Achille che l’ha scelta come sposa.Tutte le virtù femminili degne di una donna, le praticavo vivendo con Ettore. Per prima cosa - ci sia o non ci sia reale motivo di biasimo- già solo per questo comporta automaticamente una cattiva reputazione, e cioè il non restarsene tra le quattro mura. Poi, non ammettevo nelle mie stanze i consumati pettegolezzi femminili, e mi accontentavo di avere il mio personale senno come maestro. Ho sempre tenuto a freno la lingua: sapevo in che cosa dovevo vincere e in che cosa, invece, cedere di fronte a lui.Permettetemi, a questo punto, un altro breve inciso.Non doveva essere felice la condizione delle donne in Grecia ai tempi di Euripide.E non lo era neanche come descritta nei poemi omerici.Nell’Iliade, le attività principali a cui la donna sembra dedicarsi sono: tessere la tela, preparare o dare disposizioni alle ancelle per la preparazione di un bagno caldo per lo sposo, partecipare ai riti funebri.L’ambito femminile è la casa.Nella descrizione della scena delle nozze sullo scudo di Achille, in cui le spose sono accompagnate da un corteo con le torce accese, dall’imeneo e da giovani danzatori, le donne sono semplici spettatrici:…le donne ammiravano/stando ciascuna sulla porta della sua casa.Il limite naturale, che la donna di norma non può varcare, è la soglia di casa.E se esce di casa, per visitare altre donne sue parenti, o per andare a pregare nel tempio, esce accompagnata da una o più ancelle, e si copre sempre il capo con un velo.Una donna che esce da casa, soprattutto se da sola, non è una donna per bene.Nella società greca la donna esiste solo in quanto madre, moglie e figlia, cioè nei ruoli che più sono legati alla controparte maschile.E non è esempio di virtù muliebri la donna che vive da sola, senza un uomo accanto.Circe e Calipso, che vivono da sole, sono tentatrici, tramano inganni, in altre parole sono donne di cui non ci si può fidare.Nel VI libro, in occasione del congedo di Ettore, quando Ettore era ancora vivo, in una sorta di  compianto ante diem, Andromaca dice: Ettore, tu sei per me padre e nobile madre/e fratello, tu sei il mio sposo fiorente;/ah, dunque, abbi pietà, rimani qui sulla torre,/non fare orfano il figlio, vedova la sposa…/Ettore è l’unico pilastro dell’identità sociale di Andromaca.Per Andromaca Ettore è tutto: sposo, fratello, padre, madre.E ancora: …s’intenerì lo sposo a guardarla,/ l’accarezzò con la mano, le disse parole, parlò così:/«Misera, non t’affliggere 

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troppo nel cuore!/..........Su, torna a casa, e pensa all’opere tue,/telaio, e fuso; e alle ancelle comanda/di badare al lavoro; alla guerra penseran gli uomini/tutti e io sopra tutti, quanti nacquero ad Ilio./Sì: perché le opere  delle donne sono il telaio, il fuso e sovraintendere al lavoro delle ancelle. La guerra, invece, è una questione di uomini! Andromaca non insiste. Sa benissimo in che cosa deve vincere e in che cosa, invece, cedere di fronte a lui.Un consiglio inaspettato le viene da Ecuba. Se rispetterai il nuovo padrone e darai al marito l’esca amabile delle tue maniere, alleverai  questo figlio di mio figlio, affinchè -se mai sarà- fondi di nuovo Troia  e la città riviva./ Astianatte rappresenta la speranza di continuità. Finché è vivo, Troia non è del tutto distrutta.Non sanno ancora, sventurate, quale feroce destino ha già riservato, l’odioso Odisseo, al povero fanciullo.Le sciagure per Troia e per le Troiane non sembrano mai aver fine. Sopraggiunge l’araldo Taltibio il quale, con  giri di parole, cerca di preparare Andromaca alla ferale notizia: suo figlio Astianatte verrà ucciso facendolo precipitare dalle rocche di Troia. Così ha deciso Odisseo. L’araldo induce quindi Andromaca a più miti propositi per evitare che gli Achei lascino insepolto il cadavere del bambino./Se infatti dirai qualcosa per cui l’esercito si adirerà, questo bambino non verrebbe più sepolto né otterrebbe compianto./ Prende quindi avvio lo straziante addio di Andromaca al figlioletto, divenuto sphàghion, vittima sacrificale per i Greci, anziché futuro re dell’Asia intera.Tu piangi, bambino? Hai dei tristi presentimenti? Perché ti avvinghi a me, ti stringi ai miei pepli, perché ti getti sotto le mie ali come un uccellino?....O fresco abbraccio carissimo alla mamma, o dolce alito della pelle!...O Greci inventori di barbare crudeltà , perché uccidete questo bambino che di nulla ha colpa? Assistiamo qui ad un capovolgimento dei ruoli: la barbara Andromaca accusa i Greci di 'barbare crudeltà'. Questa apostrofe , pronunciata dalla barbara Andromaca, acquista quindi maggiore enfasi e suona come un duro monito nei confronti dei Greci. 

Immagine riferita a: Le Troiane di Euripide - (Terza parte) -

L’eco delle efferatezze perpetrate dagli Ateniesi nell’isola di Melo è ancora vicina! Euripide considerava il comportamento di Ateniesi nei confronti di alcune città più deboli come un tradimento di quegli ideali nel nome dei quali i greci, e in primo luogo gli ateniesi, si erano opposti al barbaro persiano.Tra i personaggi di questo episodio emerge la figura di Taltibio. Taltibio svolge il suo ruolo con determinazione e una apparente freddezza, ma, nello stesso tempo, non è ridotto ad una macchina esecutrice di comandi e  conserva una certa libertà di giudizio. Nel momento in cui deve comunicare alle donne la condanna di Astianatte tale apparente freddezza vacilla, lasciando trasparire un sentimento di umana pietà.  Un cenno di disapprovazione si percepisce nelle sue parole quando comunica l’ordine di Odisseo. Deve strappare il bambino alla madre e consegnarlo agli aguzzini, ma si lascia andare ad alcune considerazioni:Ma tali cose dovrebbe annunciarle qualcun altro, che non avesse nel cuore nessuna pietà.Paradossale suona a noi e allo stesso araldo il termine, richiamato da lui stesso, lo ψῆφος , il voto assembleare, che, con l’intervento decisivo di Odisseo, ha deciso l’uccisione del bambino. Come può mai una procedura democratica deliberare un atto così violento  e crudele?L’araldo Taltibio, alla fine della tragedia, si renderà protagonista di un altro episodio di pietà e di generosità che gli renderanno onore.Che cosa posso fare per te ? τί ….δράσω;   si chiede Ecuba. Nulla può fare. Non le rimane altro che percuotersi il capo e il petto, unica azione di fronte alla sventura, espressione di un dolore  che si leva estremo, ma non  meno potente, contro l’orrore.( Continua) - Giuseppe Abbita

Autore Prof-Greco

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Inserito il 10 Giugno 2020 nella categoria Relazioni svolte