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Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frack

L'avv. Leonardo Poma ha illustrato la vita straordinaria di Lanza di Trabia, uomo brillante e avventuroso. Notevoli le relazioni internazionali che il principe ebbe con personaggi di rilievo del suo tempo

Relatore: avv. Leonardo Poma

Immagine riferita a: Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frackImmagine riferita a: Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frackImmagine riferita a: Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frackImmagine riferita a: Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frackImmagine riferita a: Raimondo Lanza di Trabia - Un principe, un mistero, un frack

 

 

 

  

Genio e sregolatezza due parole che così possono sintetizzare la vita di Raimondo Lanza di Trabia uno degli ultimi gattopardi siciliani, anche se la madre era una nobildonna veneta, Maddalena Papadopoli Aldobrandini che con il siculo principe Giuseppe, padre di Raimondo, ebbe una lunga relazione adulterina. Nato ad Arcellasco (Lombardia) l’11 settembre 1915, fu dichiarato prima figlio di N.N., dati i tempi, e col cognome di Ginestra; potè essere riconosciuto soltanto nel 1926 per la mutata legislazione e solo nel 1942, anche su intercessione della potente nonna Giulia Florio e per il nuovo codice civile del 1942, quale figlio naturale fu equiparato a figlio legittimo con tutte le attribuzioni e il titolo che gli competevano. Fra l’altro il padre Giuseppe era morto nel 1927. E allora Raimondo visse la sua adolescenza e giovinezza a Palermo alla corte di Giulia mentre il fratello Galvano, anch’egli nato dalla stessa relazione adulterina, rimase in Veneto con la madre.

Bè, Raimondo rivelò subito il suo carattere, insofferente alle regole, anticonformista, altezzoso. E così cominciò a frequentare il bel mondo dell’epoca, uomini potenti, esponenti della cultura e bellissime donne soprattutto del cinema americano e italiano. Amico della coppia Galeazzo Ciano e Edda Mussolini di cui, pare, conobbe anche le grazie, ebbe una relazione con Susanna Agnelli con cui si fidanzò e attraverso la quale divenne anche amico del celebre fratello Gianni. Tuttavia Raimondo, per altro verso, si distinse anche in guerra, quella civile spagnola per cui ottenne una medaglia d’argento al valor militare, e nella seconda guerra mondiale, quando dopo l’armistizio del 1943, da filo fascista diventò antifascista anche per aver conosciuto Antonello Trombadori, intellettuale e politico comunista e poi socialista dell’epoca. E si guadagnò per il suo collegamento con le forze alleate una medaglia di bronzo al valor militare. La sua fu insomma una vita piena di contraddizioni. Era nel suo carattere.

 

Girò il mondo anche come diplomatico per cui gli fu facile conoscere e stringere amicizia con uomini importanti e belle donne con le quali ebbe, si dice, un’affettuosa relazione. E quindi ricordiamo, Aristotile Onassis, lo Scià di Persia Mohamed Reza Pahlavi, il principe Ranieri di Monaco, il playboy Porfirio Rubirosa, l’attore Errol Flynn e poi le meravigliose Rita Hayworth, Carrol Baker, Olivia De Havilland, Joan Fontaine, Vivi Gioi, Hedy Lamarr, Joan Crawford. Ma conobbe anche intellettuali del suo tempo come Luchino Visconti, Curzio Malaparte, Alberto Moravia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ed altri ancora.  E fu l’attrice italiana Olga Villi che sposò nel 1953, e dalla quale ebbe le figlie Venturella e Raimonda, nata postuma. Amico anche di Roberto Rossellini e Anna Magnani allora impegnati in due film girati alle isole Eolie.

 

Raimondo era poliedrico nei suoi interessi e quindi anche lo sport lo attrasse molto. Si servì del grande Tazio Nuvolari come maestro di scuola guida, partecipò alla targa Florio più volte e ne divenne direttore, fu presidente del Palermo Calcio e inventore del calciomercato. Duellò col Barone Arcangelo Alù per divergenze personali. Tuttavia per il suo temperamento altalenante e per un tenore di vita sopra le righe, dilapidò buona parte delle sue sostanze ed anche per gli effetti a lui non giovevoli della riforma agraria.

Dedito all’alcol, alla morfina, al fumo non sfuggì alla depressione. All’alba del 30 novembre 1954, il suo corpo fu trovato nudo ed esanime sul marciapiede antistante l’Hotel Eden di Roma dove alloggiava insieme al fratello Galvano. Sbrigativi i preparativi per le esequie. Fu un suicidio? Un ennesimo colpa di scena finale intentato da lui che aveva vissuto una vita sopra le righe? Ovvero non fu un suicidio come le figlie e altri biografi sostengono. Casualità o no: in albergo alloggiava anche il grande Enrico Mattei, manager del petrolio in Italia, interlocutore con gli arabi appunto per il petrolio ed esplose nel 1962 col suo aereo privato nei cieli di Bologna. Si sa, le cosiddette 'sette sorelle', cioè le grandi compagnie petrolifere americane erano contrarie alla politica di Mattei. E un altro grande personaggio e intellettuale del secolo scorso Pierpaolo Pasolini fu ucciso nel 1975 sul litorale do Ostia per presunti motivi di omosessualità, ma Pasolini aveva iniziato a scrivere e far conoscere le prime cinquecento pagine del suo romanzo 'Petrolio' che, fra le altre cose, denunciava a chiare note il mondo politico italiano sporco e corrotto anche con il petrolio sullo sfondo. Insomma, pura casualità? Oppure chi si occupa di petrolio ad un certo livello si scotta e muore misteriosamente e in modo eclatante?

 

Durante la mia relazione ho approfondito questi aspetti anche con numerose pertinenti immagini, mentre ho ricordato che con la morte del principe si chiuse un’epoca sostituita da personaggi minori.

 

Il triste episodio del suicidio vero o presunto di Raimondo impressionò l’opinione pubblica dell’epoca ed anche il bravo chansonnier Domenico Modugno che scrisse uno dei suoi capolavori 'Vecchio frack', ove immagina che il gentiluomo si sia suicidato gettandosi nelle acque del Tevere 'per un attimo d’amore che mai più ritornerà'. Il romantico Modugno pose l’amore alla base del gesto. L’amore alla base di tutto come nella 'Traviata' di cui all’inizio feci ascoltare il preludio al primo atto.

 

E alla conclusione della conferenza-racconto, l’amico Mario Zappelli, nelle vesti del principe, attraversa la sala cantando la canzone e ossequiando con un baciamano e un mazzo di rose la signora Elisa Tobia moglie del presidente della Libera Università Tito Marrone. Alla chitarra il virtuoso Gaetano Lombardo. Leonardo Poma  

Autore Legre

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Inserito il 05 Dicembre 2021 nella categoria Relazioni svolte