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Ulisse il vichingo: Leonardo A. Greco ha presentato una sconvolgente ipotesi

Recenti studi collocherebbero nel mar baltico le vicende narrate nell'Iliade e nell'Odissea

Relatore: Prof. Leonardo Augusto Greco

Immagine riferita a: Ulisse il vichingo: Leonardo A. Greco ha presentato una sconvolgente ipotesiCi sono nella storia dell’uomo delle opere, teorie e scoperte che improvvisamente ribaltano le conoscenze presunte e le radicate convinzioni di generazioni e generazioni durante i secoli. E quando queste teorie vengono lette, tutto appare più chiaro ed evidente. Sulla base di accurate indagini e precisi riscontri geografici, testuali, climatici, storici, linguistici e col supporto di varie tesi di studiosi e accademici (in particolare quelle presentate da Finley ne Il mondo di Odisseo e di Nilsson, sull’origine nordica dei Micenei), i ricercatori moderni propongono una collocazione nordico-baltica delle vicende narrate nell’Iliadee nell’Odissea . Sabato, 15 Marzo, il prof. Leonardo Greco, con una schematica relazione, superando le audaci supposizioni di Samuel Butler che ponevano Trapani al centro delle vicende narrate nell’Odissea ("L’autrice dell’Odissea", ed. Celebes), ha presentato appunto, questa nuova ipotesi. Formulata per la prima volta, dall’ingegnere nucleare Felice Vinci, tale teoria fornisce tutte le soluzioni alle numerose incongruenze riscontrabili ne l’Iliadee l’Odissea. Incongruenze geografiche Perché l’isola di Faro, proprio davanti ad Alessandria, viene collocata da Omero a una giornata di navigazione dall’Egitto? Perché Omero ci rappresenta l’antico Peloponneso come pianeggiante allorché esso è quasi tutto montuoso? Come mai nel Mediterraneo non c’è traccia dell’isola Dulichio, menzionata ripetutamente da Omero e che si sarebbe dovuta trovare nello stesso arcipelago di Same, Zacinto e Itaca? Eppure doveva trattarsi di una grande isola a giudicare dal numero di 52 pretendenti alla mano di Penelope, provenienti da quest’isola, contro i 24 di Same, i 20 di Zacinto e i 12 della stessa Itaca) (libro XVI, 245 e segg.). Tale isola è invece ben individuabile sulla costa danese, nell’isola di Langeland dalle caratteristiche geografiche coincidenti: lunghezza - oltre 50 km, larghezza - circa 10 Km e c’è una corrispondenza perfetta anche nelle altre isole, Same (Ærø), Zacinto (Tåsinge, dall’evidente assonanza). Perplessità orografiche La descrizione dei paesaggi omerici trova riscontro nelle terre del Baltico più che in quelle dell’Egeo; la descrizione di un Peloponneso pianeggiante appare del tutto assurda se calata nella realtà greca. La costa dei Feaci, appare alta come uno scudo e ricca di boschi ombrosi ("Per diciassette giorni navigò traversando l’abisso./al diciottesimo apparvero i monti ombrosi/della terra feacia: era già vicinissima,/sembrava come uno scudo, là nel mare nebbioso"- Od. V, 278- 281). Tale realtà geografica (ove Ulisse approda dopo la traversata in zattera dall’isola Ogigia) non ha riscontro nelle coste egee. Il riscontro si trova, invece, in modo preciso, nel litorale delle coste norvegesi di Bergen, zona ricca appunto, di testimonianze dell’età del Bronzo. Enigmi climatici Il clima omerico è assai diverso da quello mediterraneo: nebbia, vento e freddo, elementi predominanti nel contesto baltico, non caratterizzano certo, il mare Egeo Nelle aree di Troia e in tutti i luoghi delle avventure di Ulisse le condizioni atmosferiche sono sistematicamente pessime e il clima è così freddo che gli scudi degli eroi si incrostano di ghiaccio. La nebbia è sempre presente, sul mare e sulla terra e il vento soffia perennemente. Usuali sono poi le violente tempeste. "Venti stridenti e smisurati flutti"… "Nettuno Sollevò un’onda immensa, orrenda, grave, di monte in guisa, e la sospinse". Gli eroi omerici, che indossano sempre tuniche e folti mantelli doppi, quando impegnati nei combattimenti non patiscono mai il caldo che è quasi inesistente nei Poemi. Da una accurata ricerca lessicale si può notare come la parola "freddo" sia ripetuta ben 400 volte e solo una volta la parola "caldo". Misteri astronomici Frequenti sono i fenomeni astronomici tipici delle regioni nordiche (aurore boreali). Nella battaglia che occupa i libri centrali dell’Iliade, per due volte ricorre l’ora del mezzogiorno tant’è che sembrerebbe un errore di Omero e nell’Odissea, quando Ulisse raggiunge la terra dei Lestrigoni, si parla di una durata eccezionale del giorno. Le battaglie dell’Iliade durano anche due giorni di seguito, senza che intervenga il buio della notte. Nell’isola di Circe, collocata nel Baltico, ancora più a Nord, Ulisse dice di non potersi orientare perché "non sappiamo dove sorge il sole e dove tramonta" Altri interrogativi Quale fiume nel Mediterraneo inverte la sua corrente alla maniera dei corsi d’acqua del Nord Europa? Cosa sono le rupi galleggianti se non gli Icebergs dei mari del Nord? E il fiume Oceano non è la Corrente del Golfo? E ancora: come mai l’incendio distrugge Troia in una sola notte? Evidentemente perché, come riscontrabile nelle descrizioni di Omero, le mura e le case erano in legno secondo le antiche tecniche di costruzione nordiche e ben diverse dalle possenti mura in pietra di Micene! Dove si trovava realmente la città di Troia che Heinrich Schliemann credette di individuare nella Collina di Hissarlik,? Felice Vinci la situa tra Helsinki e Turku e sarebbe l’odierna Toija; che ha conservato quasi identico, l’antico nome. In effetti, perlustrazioni e scavi eseguiti in questo sito, hanno portato alla luce spade, lance, tumuli e resti di fortificazioni. E dove era Itaca, la patria di Ulisse, ove pazientemente Penelope attese il ritorno dell’astuto marito? Ma nel Mar Baltico ovviamente, e sarebbe l’odierna Lyo! C’è poi il sensazionale ritrovamento dello scudo di Nebra che oggi si trova al Museo di Lipsia e che, con le raffigurazioni del sole, della luna e delle sette Pleiadi, risulta essere identico allo scudo di Achille, secondo i versi del XVIII libro dell’Iliade! (Efesto "Vi fece la terra, il cielo e il mare,/ l’infaticabile sole e la luna piena,/ e tutti quanti i segni che incoronano il cielo,/ le Pleiadi, le Iadi, la forza d’Orione") Il prof. Greco ha poi sottolineato che un simile ribaltamento dell’organizzazione di base dei due poemi epici, troverà certamente una totale chiusura nel mondo degli accademici e dei professori di greco e latino e che non sarà facile fare accettare l’idea che il "biondo eroe" (Ulisse) fosse di origine… danese! Nessuno vuole comunque contestare la mediterraneità dell’autore o degli autori di questi grandi poemi ma sicuramente lo scenario dei fatti ivi narrati è identificabile non nel caldo Mediterraneo, ma nel nord dell’Europa. Gli antichi popoli baltici che, in seguito alle grandi variazioni climatiche, emigrarono verso Sud, avrebbero ricostruito nel Mediterraneo il loro mondo originario, nel quale ebbero luogo la guerra di Troia e le altre vicende della mitologia greca. Tali vicende sarebbero state successivamente ricordate e perpetuate di generazione in generazione nella nuova terra. La relazione si è conclusa con l’applauso del vasto pubblico presente.

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Autore Prof-Greco

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Inserito il 15 Marzo 2008 nella categoria Relazioni svolte