L'altare marmoreo della Cappella dedicata a S. F.sco d'Assisi è stato ripristinato con il contributo volontario degli iscritti della Libera università T. Marrone di Trapani
Relatore: Prof. Leonardo Augusto Greco
Con l’attiguo convento dell’Ordine dei frati minori conventuali, la chiesa di San Francesco d’Assisi forma un complesso monumentale di stile classico rinascimentale la cui ubicazione è tra la via Tartaglia e la via Barlotta. La chiesa fu fondata nel 1275 probabilmente dal frate francescano Angelo da Rieti, uno dei primi discepoli di San Francesco arrivato a Trapani nel 1224. Tuttavia, secondo altre fonti, il fondatore fu invece un altro Angelo Tancredi originario da Castrovillari e martirizzato in Marocco ove, nella città di Ceuta, aveva predicato contro la religione di Maometto.Le autorità locali avevano reagito e ne avevano ordinato la decapitazione.La chiesa in oggetto, dato il passare dei secoli, abbisognava ormai di urgenti lavori di restauro. Il degrado, dovuto soprattutto alle infiltrazioni di acqua, era evidente.Le statue, gli altari, i pavimenti e gli intonaci erano ormai ad un punto di deterioramento tale da disperare di rivederli riportati all’antico splendore.Assai malandata era pure la cappella di sinistra dedicata al Santo di Assisi le cui superfici presentavano ampie zone annerite che velavano gli antichi dettagli delle dorature e dei mosaici marmorei. Anticamente questa cappella era arricchita da una magnifica pala attribuita al grande Tiziano Vecellio, raffigurante S. Francesco che riceve le stimmate (oggi tale pala si trova al Museo Nazionale Pepoli di Trapani).Furono decise pertanto immediate opere di recupero e i lavori furono affidati all’arch. Luigi Biondo, della Sovrintendenza ai BB.CC di Trapani.Purtroppo il finanziamento predisposto per il restauro della Chiesa non era sufficiente! E’a questo punto che la Libera Università di Trapani, mercé un contributo volontario dei suoi iscritti, è intervenuta prendendosi in carico proprio la cappella di S. Francesco, a sinistra dell’altare maggiore. L’incarico fu affidato alla restauratrice Lorena Oddo che, a seguito di un sopralluogo, stilò una mappa completa di tutti i degradi presenti. Attorno alla nicchia, che anticamente ospitava la tela di Tiziano, la malta cementizia era ormai completamente staccata a causa dell’umidità di risalita. Anche le lastre di marmo, che fanno da sfondo alla nicchia, presentavano segni di decadimento. Si notavano inoltre lesioni varie che nel passato erano state rabberciate alla meno peggio e che avevano peggiorato la situazione.Altri degradi assai evidenti riguardavano le antiche decorazioni in oro e la corona di ferro che sovrasta l’altare.Nella fase di restauro, la pulitura della nicchia ha richiesto una serie di test allo scopo di individuare la metodologia di lavoro più consona da adottare. Per quanto riguarda la corona, dopo lo studio del dott. Bartolomeo Figuccio e del dott. Tommaso Guastella, si è proceduto alla sua sostituzione con una fedele copia in acciaio inossidabile.Oggi l’altare in questione è tornato agli antichi splendori.La Libera Università di Trapani si complimenta con tutti coloro che, con maestria, hanno reso possibile la fruizione di uno dei monumenti più prestigiosi della città di Trapani.
Inserito il 03 Gennaio 2018 nella categoria Relazioni svolte
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